La Guerra del Calcio: Quella Volta che El Salvador e Honduras Si Scontrarono Dentro e Fuori dal Campo

In molti la ricorderanno con il nome di Guerra del calcio, altri come Guerra delle cento ore. Quello che però mette tutti d’accordo è la violenza che segnò uno tra i più brevi conflitti armati della storia: ovvero quello scoppiato il 14 luglio 1969 tra El Salvador e Honduras. Seimila vittime e oltre quindicimila feriti il bollettino di guerra. Numeri che proiettano questo scontro tra i più sanguinosi del secondo dopoguerra.

Quale fu l’episodio scatenante?
Tutto ebbe inizio il 14 luglio 1969, quando l’Honduras espulse circa 300mila immigrati salvadoregni. Le operazioni militari, iniziate con l’attacco e l’occupazione da parte del Salvador di alcuni territori honduregni sul confine tra i due stati, terminarono il 20 luglio 1969 grazie al cessate il fuoco imposto dalla OSA (Organizzazione degli Stati americani).

A guidare i due Paesi, a quel tempo entrambi in orbita politica degli USA, erano Oswaldo Lopez Arellano, presidente dell’Honduras, e Fidel Sanchez Hernandez, presidente del Salvador. Due figure tutt’altro che democratiche.

Quali furono le cause del conflitto?
Gli attriti tra le due parti sono di lunga durata. Frizioni legate al territorio, alla politica commerciale che gli USA tentarono di avviare in centroamerica nel tentativo di avvantaggiare le multinazionali, problematiche legate agli investimenti e alla qualità della vita furono le motivazioni principali.

Perché questo nome?
Il perché venne chiamata Guerra delle cento ore è facilmente intuibile: 4 furono i giorni di conflitto armato tra le due parti. Quello che in pochi sanno, invece, è da cosa prese il nome “Guerra del calcio”. Il termine fu coniato dal giornalista polacco Kapuscinski, che ai tempi si trovava in Honduras, per seguire la semifinale della zona CONCACAF per le qualificazioni ai Mondiali di Messico 1970.

Con il Messico qualificato d’ufficio in qualità di Paese ospitante, le nazionali del continente americano sentivano di potercela fare a strappare un pass per la manifestazione. Si formarono 4 gironi composti ciascuna da 3 squadre. Le vincenti, che nell’occasione furono Honduras, El Salvador, Haiti e USA, furono chiamate a scontrarsi in semifinale.

Ironia della sorte, l’8 giugno 1969 all’Estadio Nacional di Tegucigalpa, andò in scena l’andata di Honduras – El Salvador, che il sorteggio aveva messo una contro l’altra: una partita anticipata da violenti scontri tra le tifoserie, che non persero l’occasione per rimarcare la loro ostilità. La partita si concluse 1-0 per l’Honduras grazie al gol di Wells a un minuto dalla fine.

Il ritorno venne giocato 7 giorni più tardi all’Estadio de la Flor Blanca di San Salvador. Questa volta, al netto dei violenti scontri che ancora una volta segnarono il prepartita, il match si concluse 3-0 per El Salvador, che costrinse l’Honduras a giocarsi tutto allo spareggio.

Quella che si giocò il 26 giugno all’Estadio Azteca di Città del Messico non fu solo una partita di calcio. Le due nazionali si stavano scontrando per motivi che andavano oltre una semplice partecipazione a un campionato del mondo. Il risultato premiò El Salvador, che si qualificò alla finale grazie a un gol di Rodriguez nei tempi supplementari.

Un gol che gettò le basi del conflitto. In Honduras, la sconfitta venne percepita come una ferita all’orgoglio nazionale. Quella stessa sera, al termine dei 120 minuti di gioco, dopo un riacutizzarsi delle violenze verso i salvadoregni rimasti in Honduras, i due governi ruppero definitivamente le relazioni diplomatiche. Lo scontro ebbe inizio.