Il mese scorso è uscito nelle librerie l’ultimo libro di Jeremy Rifkin, “La Società a Costo Marginale Zero” (Mondadori). Jeremy Rifkin è consulente dell’Unione Europea ed è stato advisor di numerosi capi di Stato di tutto il mondo, inclusa Angela Merkel. Oggi presiede la “Foundation on Economic Trends“. Il saggio descrive il fallimento del sistema economico capitalista, soffocato dall’innovazione tecnologica che oggi permette il riaffiorare di antiche logiche di collaborazione, da sempre insite nei comportamenti umani e vive in strutture implicite parallele alle grandi piramidi gerarchiche burocratiche – quelle tipiche di capitalismo e socialismo.
Il Paradosso del Capitalismo
L’economia più efficiente è quella in cui i consumatori pagano solo il costo marginale dei beni che acquistano. Nel momento in cui l’innovazione tecnologica, aumentando la produttività, assottiglia sempre di più il costo marginale, le imprese non sono più in grado di garantire un ritorno ai loro investimenti. Unica soluzione è l’istituzione di monopoli, più o meno temporanei, che permettano prezzi superiori al costo marginale, impedendo alla mano invisibile di riportare il mercato in condizioni di efficienza. Il sistema capitalista fa emergere così le sue contraddizioni, rivelando la sua inadeguatezza in molti settori.
Già nel 1930, John Maynard Keynes scrisse un breve saggio dal titolo “Economic possibilites for our grandchildren“, dove sottolineava la riduzione crescente dei costi di beni e servizi, con la successiva cosiddetta “disoccupazione tecnologica”. Sebbene fosse dolorosa nel breve termine, questa avrebbe fatto posto nel lungo termine alla soluzione di tutti problemi economici.