Si chiama Bibihal Uzbeki, viene dall’Afghanistan ed è una delle tantissime donne migranti, che negli ultimi mesi hanno marciato verso l’Europa. La sua storia sembra come quella di tante altre, se non fosse per un piccolo particolare: Bibihal ha 105 anni.
Alla stampa croata, in particolare al sito web 24sata.hr, la donna ha raccontato i dettagli del suo estenuante viaggio, cominciato in Afghanistan e destinato a finire in Svezia, dove ad aspettarla ci sono i nipoti. Venti giorni di cammino con il figlio Muhamet Uvla, 67 anni, e quindici componenti della famiglia. “Mi fanno male le gambe, ma sto bene” ha rivelato la donna a un traduttore Farsi mentre si trovava seduta in una delle tante tende della Croce Rossa nel campo profughi croato di Opatovac. Dopo attente ricerche, la sua età è stata confermata anche dalle forze dell’ordine, che hanno registrato i suoi documenti.
L’anziana donna ha raccontato che la parte più difficile del viaggio è stato il passaggio sulle montagne dell’Iran, dove ha dovuto camminare moltissimo. Il figlio e il nipote, in viaggio con lei, l’hanno più volte portata sulla schiena. E a chi le chiede il motivo della sua partenza, Bibihal risponde: “In Afghanistan ho perso due figli. Tutti noi vogliamo e auspichiamo un futuro migliore. Io ormai sono vecchia, ma non posso lasciare che i miei figli e i miei nipoti non abbiano qualcosa di meglio dalla vita”.
Sono migliaia i migranti afghani che, come la famiglia Uzbeki, stanno cercando di raggiungere l’Europa. Mercoledì scorso, a tal proposito, il ministro tedesco Thomas de Maiziere ha detto che probabilmente molti verranno rimpatriati. La Germania mira ad aiutare i cittadini afghani in patria, in modo che restino nel proprio Paese e collaborino nella ricostruzione di uno Stato centrale. Il governo tedesco si è offerto di inviare truppe militari per aiutare l’esercito nazionale nella lotta contro i talebani del nord, zona da dove arriva proprio la famiglia Uzbeki.
Come loro, sono più di 260.000 i migranti che dallo scorso 15 settembre, da quando cioè l’Ungheria ha chiuso la frontiera con la Serbia, sono passati dalla Croazia. Quando poi l’Ungheria ha chiuso anche il confine con la Croazia, sono stati più di 86.000 i migranti che hanno deviato il proprio percorso per la Slovenia, che ora si trova ad affrontare un’emergenza senza precedenti. Il primo ministro Miro Cerar ha affermato che il Paese è pronto a recintare i confini con la Croazia se l’Unione Europea non dovesse fornire adeguati aiuti.
Migranti, Unione Europea e Balcani si preannunciano essere temi caldi nelle prossime settimane, quando i leader politici si incontreranno per discutere l’introduzione di norme e controlli più serrati.