Amanti dei bagnoschiuma Dove a rapporto, questa notizia è per voi.
L’agenzia pubblicitaria Ogilvy London ha appena creato un’edizione limitata, Real Beauty Bottles, per rispecchiare i vari tipi di fisico femminile e rafforzare il messaggio del brand: ogni donna è bella, indipendentemente dagli standard che la società impone.
Il direttore creativo di Unilever, multinazionale proprietaria di Dove, ha dichiarato:
Con l’ultima trovata pubblicitaria, Dove è in grado, quindi, di condensare i valori del brand e il design del prodotto per veicolare un lavoro di marketing decennale in un istante con un solo colpo d’occhio.
Ma come ha reagito il mercato a questa trovata?
Le strade percorribili potevano essere infinite, ma l’ironia è sempre la scelta più intelligente. Così, sui social gli utenti si sono scatenati con commenti, foto, battute e anche qualche commento puntiglioso.
Tra i più severi: “Questo è stupido. Non mi scuso nemmeno. Questo incoraggia la categorizzazione le persone per la loro forma del corpo ed è così inutile adesso”.
This is stupid. Not even sorry. This encourages categorizing people solely by their bodies & it’s so unnecessary here. #dove https://t.co/fac2DG5EqR
— Lianna Pisani (@liannapisani) 8 maggio 2017
O anche: “È idiota. È sapone. Non mi interessa la forma della bottiglia finché riesco a tirare fuori il sapone da essa”.
This is stupid. Not even sorry. This encourages categorizing people solely by their bodies & it’s so unnecessary here. #dove https://t.co/fac2DG5EqR
— Lianna Pisani (@liannapisani) 8 maggio 2017
Tra i più esilaranti: “Questi sono gli unici tipi di corpo realistici per le Muse di Hercules”.
@FastCompany @Dove These are only realistic body types for The Muses from Hercules… pic.twitter.com/xTEC1vMmB1
— Omri (@Omri_Rawrlan) 8 maggio 2017
Dove si è espressa tramite Sophie Galvani, Vicepresidente del brand globale:
Beh, sicuramente il dibattito si è scatenato, forse non nella direzione di una vera presa di coscienza sulla valorizzazione della diversità, ma è comunque un inizio. C’è da sperare che questo sia solo l’inizio di un lungo lavoro che porti le persone a comprendere che se non è possibile celebrare le curve, quantomeno è il caso di rispettarle.