Abbiamo l’Internet che ci serve? Ci sono delle ragioni per rispondere sì a questa domanda. L’internet che utilizziamo, ovviamente, lo paghiamo. Non soltanto col denaro, ma con la nostra privacy – dato che i modelli di business nel settore si rifanno alla raccolta e alla vendita di dati dei propri utenti per poter ripagare gli investitori (che hanno pagato per garantire un servizio gratuito all’utente). Inoltre paghiamo con tempo e attenzione quello che navighiamo, basti pensare ai contenuti pubblicitari, altri sistemi in background o metodi più insidiosi che cercano di deviare la nostra attenzione da quello che effettivamente stiamo cercando di fare online.
La commercializzazione del web è la realtà del costo nascosto di tutti i server e datacenter necessari ad alimentare la baracca. Tutto ciò è composto dal potere di quei grandi nomi di cui sentiamo sempre parlare come Google, Facebook, Amazon, ecc. Sempre di più dobbiamo giocare alle regole di questi giganti se vogliamo muoverci all’interno dello spazio digitale dove la maggior parte dei nostri amici si muove. Ma sta nascendo un altro modo, diverso e lontano, che beneficia degli utenti e degli sviluppatori per poter esistere, adottando un modello di business differente.