Questo primo trimestre del 2017 si conclude in forte crescita per l’economia giapponese. Infatti, la terza potenza economica mondiale ha registrato un aumento dello 0,5% per quanto riguarda il Prodotto interno lordo reale. Un risultato che non solo ha confermato le aspettative degli economisti, ma ha incrementato i dati riportati nel 2016.
È il quinto trimestre consecutivo che si conclude in costante crescita per il Giappone. È, infatti, dal 2006 che non si registra un periodo così prospero per l’economia che si sostiene principalmente grazie alla buona tenuta delle esportazioni e allo sfruttamento della svalutazione dello yen.
Un risultato assai notevole e che fornisce quindi un’indicazione ulteriore sulle lotte che la terza potenza al mondo ha dovuto sopportare in questo periodo: l’inesorabile calo della popolazione, la deflazione e la crisi finanziaria globale.
Gli ultimi dati fanno quindi tirare un sospiro di sollievo al governo Abe. L’economista giapponese ha quindi avuto prova che le diverse manovre economiche attuate stiano dando i giusti frutti. Esse infatti, hanno portato all’attuale trend di crescita stabile e contenuta.
Stando ai dati pubblicati dall’Istituto di ricerca economica e sociale del Cabinet Office giapponese, Il Prodotto Interno Lordo ha mostrato una crescita tendenziale del 2,2% risultando migliore rispetto alle aspettative degli analisti che avevano previsto un aumento dell’1,7%. Da ricordare che nel trimestre precedente il PIL aveva segnato soltanto un incremento dell’1,4%.
La domanda interna è cresciuta dello 0,4%, mentre, per quanto riguarda le spese private, che rappresentano più della metà del valore del PIL, ossia il 60%, hanno registrato un aumento dell’1,4%. Leggero incremento invece per quanto riguarda la spesa in conto capitale che ha registrato un aumento dello 0,9%, nettamente inferiore rispetto al 7,6% riportato durante il trimestre precedente.
Il futuro del Giappone però non sarà molto roseo, stando alle previsioni degli economisti. Essi infatti, riportano la possibilità di un nuovo periodo di stallo per quanto riguarda le spese. A causare ciò saranno soprattutto il mancato aumento dei salari da parte delle aziende nel cercare di combattere la deflazione.