Colpiti e affondati. La scienza ha scoccato la sua freccia e il dardo è andato a posarsi su chi mai vi sareste aspettati: gli hipster.
Jonathan Touboul è un matematico e fa parte del team del Laboratorio di Neuroscienze Matematiche del Collège de France. Solitamente studia e modella il comportamento dei neuroni all’interno del cervello umano, ma recentemente si è avvicinato a qualcosa di molto, molto insolito. Soprattutto per uno scienziato.
Touboul è infatti l’autore del breve saggio “The hipster effect: When anticonformists all look the same“, una pubblicazione originale e curiosa. In diversi settori – dalle neuroscienze all’economia, dalla fisica alle scelte di tutti i giorni – ognuno prende le proprie decisioni; fondamentalmente, la scelta può essere quella inflazionata e che la maggior parte adotta (detta mainstream) o quella inedita e anticonformista (l’hipster, appunto). Tuttavia, spesso, cercando la diversità, gli hipster finiscono per assomigliarsi. Anzi, di più: finiscono per essere, tra di loro, delle vere e proprie copie. Insomma: sono conformi nel loro anticonformismo. Eppure, gli hipster, odiano le etichette. E non tollerano essere etichettati. Come spiegare, quindi, il paradosso?
Lo scienziato francese, utilizzando dati che ciascuno può constatare da sè nella realtà di tutti i giorni, per esempio la scelta di girare per la città con biciclette a scatto fisso o vestirsi tutti uguali con occhiali da intellettuali, pantaloni super skinny, felpe super size o camice allacciate fino all’ultimo bottone, ha costruito un modello matematico, creando un network di hipster, anzichè utilizzare neuroni. In questo modello, gli hipster erano programmati per scegliere sempre ciò che la massa evitava. Touboul ha osservato che gli questi, una volta conosciuta o semplicemente intuita la scelta mainstream, adottavano quella opposta. Se invece il matematico inseriva un ritardo (anche piuttosto leggero) tra il capire cosa avrebbe scelto la maggior parte della gente in quel momento e il capire poi gradualmente le tendenze del resto del mondo, allora le scelte degli hispter si sincronizzavano completamente.
Cosa significa tutto questo? In sostanza una cosa molto semplice: che gli hipster si coformano tra di loro. Se sanno al momento cosa è mainstream e cosa no, allora scelgono comportamenti, aspetti, situazioni completamente diverse. Se invece – come nella realtà poi avviene – le conoscenze dei fenomeni decisionali si realizzano gradualmente, allora gli hipster tendono a fare gli stessi ragionamenti, scegliendo ciò per cui optano tutti gli altri hipster.
Certo, è un modello di comportamento umano enormemente semplificato e sicuramente non si tratta di un profondo studio di sociologia. Una cosa però farà, il paradosso dell’hipster: confermerà la vostra certezza, quando vedrete un crocchio di scatto fisso, cavalcate da giovani con mustacchi impomatati, sneakers all’ultimo grido e cappellino vintage. Oh yes: sono tutti uguali. E c’è un perchè.