Perché la Legge sulle Coppie Gay Va Bene ma non Benissimo

Questo perché se da un lato c’è chi lo sostiene, ricordando che l’adozione “di fatto” già esiste in molte (anche se non moltissime) famiglie italiane e che ufficializzarla andrebbe soprattutto a vantaggio del pargolo, dall’altro c’è chi afferma che l’Italia non sia ancora pronta, e che si aprirebbe la strada alla pratica dell’utero in affitto alla quale con tutta probabilità seguirebbero pioggia di fuoco e ghiaccio, invasione di cavallette e morte dei primogeniti maschi. Niente prole quindi per me e Magda, a meno che non decidiamo di far inseminare una delle due (tendenzialmente, lei) accettando il fatto che sul frutto di tale inseminazione l’altra non potrà far valere alcun diritto (né dovere). E va bè. Vorrà dire che ci divertiremo.

 

In effetti ci divertiremo molto, dato che la legge non prevede l’obbligo alla fedeltà. E questo, un po’, fa pensare. Non perché io faccia della fedeltà carnale un mantra di vita assoluto che se violato giustifica la lapidazione in pubblico, ma perché mi chiedo perché no. Certo, i signori che hanno stralciato questo trafiletto con il maxi emendamento l’hanno fatto per mantenere un barlume di diversità tra unione civile e matrimonio (e infatti hanno anche impedito che si possa chiedere lo scioglimento dell’unione civile per la surreale “mancata consumazione”). Ma dato che sono più i matrimoni in cui non si osserva che quelli in cui sì, questa cosa va di fatto a penalizzare chi si sposa, che un domani metti che inciampa con il pene nella vagina di una sconosciuta ed è costretto a sobbarcarsi tutte le spese di separazione e divorzio. O forse i signori del maxi emendamento hanno applicato la psicologia inversa, dopo aver dedotto da Donna Moderna che più si impongono vincoli e più il debole essere umano sente il bisogno di eluderli. Quindi leviamoli e lasciamo che il libero arbitrio faccia il resto. Bo.

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