Rivolte di Ferguson, Impatto Economico Dei Disordini più Grave di un Uragano

La decisione del gran giurì di non rinviare a giudizio Darren Wilson – l’agente imputato per aver ucciso il diciottenne disarmato Michael Brown lo scorso agosto – ha scatenato, com’era prevedibile, la rabbia della popolazione di Ferguson, Missouri, dove le proteste pacifiche si sono ben presto tradotte in atti di sciacallaggio e di violenze. Dura, come annunciato, è stata la violenta repressione delle forze dell’ordine che si sono avvalse di lacrimogeni e proiettili non letali per disperdere i dimostranti per le strade.

I recenti accadimenti nella straziata località alla periferia di St.Louis, riecheggiano quanto avvenuto lo scorso Agosto, quando, in seguito alla sparatoria, le tensioni erano esplose in similari tumulti, razzie e chiusura preventiva degli esercizi commerciali. Come riportato dal TIME, gli ultimi disordini sono costati ai rivenditori locali almeno l’80 percento delle proprie vendite. Del resto, “le persone non vogliono più venire in questa zona”, ha riportato Jason Bryant, il pastore locale.

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Per quanto indebito possa sembrare l’accostamento delle perdite subite dai commercianti alle strazianti condizioni di violenza in cui attualmente versa la cittadina del Missouri, le implicazioni legali e le sempre ricorrenti questioni legate ai diritti civili, l’impatto economico di lungo termine che le rivolte potrebbero avere stavolta sull’economia di Ferguson rimane una variabile d’interesse – se non altro perchè potenzialmente in grado, tanto quanto i disordini civili, di lasciare un forte segno sulle condizioni di vita dei suoi abitanti.