San Vitaliano, le Pizze nel Mirino delle Misure Anti Inquinamento

Dopo il blocco totale del traffico a Milano e le targhe alterne a Roma, anche la pizza entra nel mirino delle misure anti inquinamento. Quella tradizionale, napoletana, cotta nel caro vecchio forno a legna.

Come riporta Il Mattino, nell’ultimo rapporto sull’aria di Legambiente è emerso che nel 2015 il piccolo centro di San Vitaliano, comune di seimila abitanti nella provincia di Napoli, in piena Terra dei fuochi, ha sforato i limiti di legge delle polveri sottili per ben 114 giorni. Per darvi un’idea, Milano ha avuto 86 giorni di inquinamento massimo e Napoli 56.

Di norma, quando le polveri sottili nell’aria raggiungono livelli simili, si accusano le industrie e il traffico, ma dal momento che San Vitaliano non ha né le fabbriche né il traffico delle metropoli, a cosa sono imputabili i livelli di Pm10 oltre la soglia? Il sindaco Antonio Falcon ha emesso un’ordinanza che obbliga panettieri e pizzaioli ad adeguare i loro impianti (in pratica, a non utilizzare combustibili come pellet, legna, carbonella), allo scopo di eliminare circa l’80% delle polveri sottili presenti nell’aria. Pena lo spegnimento dei forni. La normativa sarà valida fino al 30 marzo 2016 per poi riprendere in autunno.

I pizzaioli stanno protestando:

Non possiamo essere noi la causa dello smog, Napoli ha molte più pizzerie di San Vitaliano e non raggiunge quei livelli di inquinamento. È chiaro che le vere cause non vogliono essere individuate. Intanto questa ordinanza è un errore molto dispendioso per noi