SmartAnalytica nasce dall’idea di poter offrire al lettore una panoramica sintetica (snapshot) dei fatti salienti della settimana in ambito geopolitico e macroeconomico, in modo da catturare i trend essenziali dei poteri economici e politici mondiali. Inoltre, accostando all’elemento di cronaca una profondità critica di analisi, la rubrica integra all’aneddotica giornalistica il modello di reportistica di società non governative e think tank, in modo da accostare insieme temi, pensieri e azioni che possono sembrare disgiunte, ma che infine fanno parte di un unicum all’interno del mondo finanziario e delle relazioni internazionali. SmarAnalytica costituisce l’appuntamento fisso per curiosi e specialisti determinati ad approfondire, in un’ottica alternativa ma coerent,e gli avvenimenti più significativi della settimana in ambito global, per rimanere al passo con gli l’andamento dei poteri forti, senza tralasciare il pensiero critico di uno sguardo innovativo sul mondo.
In questo pezzo parleremo della posizione dell’Iran tra internazionalismo e Guerra Fredda Araba, della Credibilità dell’Argentina e della Guerra in Siria:
Iran: tra internazionalismo e Guerra Fredda Araba
“Preghi per la salvezza mia e del mio popolo”, queste le parole del presidente iraniano Hassan Rohani durante l’incontro in Vaticano col sommo pontefice, in quella che si è rivelata una tappa importante con toni profondi e meditavi, durante la prima visita in un paese europeo da parte del leader de paese medio orientale nell’era post sospensione delle sanzioni economiche e dell’embargo economico, cosi come in seguito allo storico accordo raggiunto sulla limitazione della proliferazione nucleare da parte della Repubblica islamica. Inoltre, in seguito agli incontri organizzati con il premier Matteo Renzi e il presidente Mattarella, e dopo aver partecipato ad un business forum organizzato dall’Ice, Rohani ha apertamente dichiarato l’intenzione di rafforzare i rapporti commerciali sia in ambito energetico sia per quanto riguarda le infrastrutture e i servizi, firmando 13 memoranda e contratti per il valore di 17 miliardi di euro, di cui 10 miliardi già assegnati in contratti al Gruppo Danieli e Saipem. L’Italia è infatti uno dei principali partner commerciali dell’Iran,il secondo in termini di volumi all’interno dell’Eurozona con 1,2 miliardi di export annui, secondo il Sole 24 Ore; l’obiettivo è quello di tornare ai livelli dei 7 miliardi antecedenti l’embargo.
Sebbene il paese islamico stia uscendo da anni di isolamento, il suo popolo non è mai rimasto indietro rispetto alle innovazioni industriali e teconlogiche, affermandosi come popolo moderato e tollerante. Siamo quindi fortunati oggi a fare “business” con questa super potenza medio orientale piuttosto che la guerra: “L’Italia è il paese nell’EU piu’ importante per l’Iran” ha affermato sempre Rohani nel vertice a Palazzo Chigi. Il presidente islamico rappresenta una popolazione di 80 milioni di persone, di cui il 50% sotto i 30; il 60% di laureati sono donne, percentuale non facilmente riscontrabile nella regione. Le potenzialità di questo paese, che è secondo al mondo in termini di riserve di gas modniale e quarto per quelle di petrolio, sono enormi anche grazie ad un apparato industriale e tecnologico all’avanguardia: secondo l’Economist, il PIL iraniano potrebbe superare quello di Arabia Saudita e Turchia già nei prossimi 10 anni.
Anche dal punto di vista geopolitico e strategico l’Iran ha confermato di volersi sedere al tavolo delle contrattazioni in maniera costruttiva e diplomatica, per dossier importanti quali il caso libico e syriano, proprio nei giorni in cui le relazioni diplomatiche con l’Arabia Saudita sono state interrotte, e l’egemonia per la regione viene condotta tramite conflitti proxy in Yemen e Iraq. Ma non solo: a inizio gennaio, i despota sauditi arricchiti dai petrodollari hanno condotto un’esecuzione di massa di 47 sciiti iraniani, tra cui il massimo esponente in Arabia dell’orientamento religioso sciita Nimr al-Nimr. Le basi di questo conflitto egemonico sono articolate intorno ad un’ideologia settaria che divide il blocco arabo sunnita da quello sciita; inoltre bisogna notare che particolarmente in questo momento l’Arabia si sta economicamente e politicamente svuotando di significati: con il petrolio ai minimi dal 2003, e lo storico alleato USA che apre canali diplomatici importanti con lo storico antagonista iraniano, gli sceicchi temono per un perdita di influenza regionale.