Staccare la Spina per Aiutare il Pianeta: Parla la Pecora Nera

Di primo acchito, il nome fa un po’ effetto. Ma Pecora Nera ben descrive Devis Bonanni, friulano, classe 1984: una vita controcorrente, fuori dagli schemi e dalla routine moderna. Sulle montagne della Carnia, Devis ha deciso di restare per sempre: dopo un passato da tecnico informatico, ha detto basta alla quotidianità fatta di sprechi e consumi indotti, per ritornare alla terra e alla natura. Una “decrescita felice” dice lui, fatta di quanto basta per raggiungere la serenità e l’abbastanza. Devis è un moderno contadino, vive di agricoltura principalmente e rispetta tutto ciò che lo circonda. Il suo progetto l’ha battezzato Pecora Nera e oggi è un ecovillaggio che ospita chiunque voglia dargli una mano e sperimentare allo stesso tempo uno stile di vita alternativo, sostenibile e a impatto ridottissimo.

pecora nera

Devis, come e quando nasce il bisogno di staccare tutto e dedicarti al tuo progetto di vita?

E’ stato un crescendo più che un punto di rottura ben definito. Mentre lavoravo ancora in ufficio mi sono interessato di agricoltura e auto-produzione. Ho iniziato da un piccolo orto e in capo a qualche anno avevo una grande serra, un campo di patate e fagioli, quattro galline. L’ultimo anno prima di licenziarmi andavo in campo alle cinque e mezza e in ufficio alle nove: mi sono chiesto quale delle due cose fosse la più importante.

Pecora Nera è uno stile di vita basato sul rispetto per la natura e per quello che offre. Non sprechi risorse in eccedenza e consumi solo lo stretto indispensabile. In che modo realizzi tutto questo, in concreto? 

Scegliere un buon posto dove vivere aiuta. Qui da me in montagna il primo centro commerciale o il primo fast food distano sessanta chilometri. Un luogo semplice, dove avere pensieri semplici, dove ci siano boschi e legna per scaldarsi, terreni in stato di abbandono da coltivare, buona acqua e silenzio.Un poco alla volta ci si abitua ad una routine diversa, cambiano le priorità che neanche te ne accorgi. Si modificano i pensieri e il modo di agire, reagire e pianificare la propria vita. Forse perché ci si prende il tempo per riflettere.

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Qual è la tua giornata tipo?

Dipende molto dalla stagione. D’inverno non esco dal letto prima delle otto. Il sole si nasconde ancora dietro le montagne e tutto è avvolto nel gelo. Se il tempo me lo permette lavoro fuori, taglio la legna o poto le piante del frutteto. Altrimenti leggo molto o faccio progetti. In primavera non esistono sabati e domeniche, si va d’un fiato dall’equinozio al solstizio, incalzati dalle semine. Durante la bella stagione mi sveglio alle sei e generalmente dormo poco perché c’è molto da fare e molta energia. Cade la distinzione tra lavoro e tempo libero: se è necessario fare una cosa la si fa perché serve, non si sta a guardare l’orologio o il calendario. Comunque se conto le ore lavorate sono molto più impegnato oggi che quand’ero in ufficio, ma faccio con piacere cose che per me sono importanti.

Come e in che modo riesci a mantenerti?

Ci sono tre aspetti. C’è il saper fare ovvero l’auto produzione (alimentare, energetica – fare legna e pedalare per spostarsi -, arrangiarsi nella manutenzione e nel riuso). C’è il saperne fare a meno, che è usare ancora il vecchio Nokia3310 e fregarsene se oramai tutti hanno lo smart phone. C’è il guadagnare i danari. Io e la mia compagna vendiamo i prodotti che coltiviamo, la legna e lei ha un lavoro part time come inferimera in una vicina casa di riposo. Con questo mix economico ci manteniamo.

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Credi che il tuo progetto di decrescita – Pecora Nera – sia estendibile e condivisibile da altre persone? 

C’è un Italia rurale in stato di abbandono, sulle Alpi così come sugli Appennini. Però servono scelte solide e maturate negli anni non fughe improvvise. Occorre farsi una cultura sugli ideali e sulle filosofie, sul filo rosso che unisce da sempre il filone del “malcontento dei civilizzati nei confronti della civiltà”. Bisogna leggere Thoreau, Gandhi, Fukuoka, Illich. E’ necessario prima comprendere le basi ideali.

Quali sono i tuoi consigli per chi abita in città e desidera ridurre la propria impronta ecologica sul pianeta?

Mangiate meno carne: ciò significa una volta a settimana. Meno prodotti di origine animale: latte, uova, formaggio. Consumate cereali integrali, legumi, verdure. Ormai lo dicono anche i medici. Di fronte ad un acquisto chiedetevi: e se non lo compro come starò? Provateci, vedrete che superati cinque minuti di frustrazione per essere usciti dal negozio a mani vuote, sarete gli stessi anzi: sarete più forti. Citando Thoreau: “un uomo è ricco in proporzione alle cose di cui sa fare a meno”. Non girate come trottole nelle automobili, conoscete i dintorni di casa vostra? Adottate una bicicletta a lasciatevi da lei adottare. Accendete il vostro motore metabolico ogni tanto, sarà un esercizio di leggerezza.