Nel 1921, in una birreria di Monaco, l’appena nominato capo del partito nazista Adolf Hitler tenne un discorso di Natale davanti ad una folla eccitata di più di 4.000 sostenitori. Più tardi, quella stessa folla intonò canti natalizi e inni nazionalisti intorno ad un albero di Natale. Quando il partito di Hitler prese il potere nel 1933 i propagandisti lavorarono per rendere il Natale una festa nazista, ridefinendo le tradizioni familiari e progettando nuovi simboli e rituali.
Grazie al controllo da parte dello Stato di tutto ciò che riguardava la vita pubblica (istituzioni, media etc) la versione nazista del Natale prese presto piede in tutte le famiglie tedesche. E così simboli e rituali nazisti penetrarono nelle feste di famiglia.
Una delle caratteristiche più sorprendenti della celebrazione privata nel periodo nazista fu la ridefinizione del Natale come una festività neo-pagana, nordica: piuttosto che focalizzarsi sulle origini religiose della festa, la versione nazista del Natale celebrava la presunta eredità della razza ariana, etichetta che i nazisti diedero ai membri “razzialmente accettabili” dello stato tedesco.
Due aspetti della versione nazista del Natale erano relativamente nuovi.
In primo luogo, poiché gli ideologi nazisti vedevano la religione organizzata come un nemico dello stato totalitario, i propagandisti cercarono di attenuare – o eliminare del tutto – gli aspetti cristiani della festività.
In secondo luogo, come suggerisce il discorso tenuto da Hitler nel 1921, la celebrazione nazista evocava la purezza razziale e l’antisemitismo.
Secondo i teorici del nazionalsocialismo, le donne – in particolare le madri – ebbero un ruolo cruciale nel rafforzamento dei legami tra la vita privata e il “nuovo spirito” dello stato razziale tedesco. I propagandisti elessero la donna a “sacerdotessa” e “protettrice della casa e della terra”, in grado di “riportare in vita lo spirito in casa” attraverso il Natale. I temi affrontati nelle riviste femminili e nei libri e canti natalizi e nazisti tingevano i convenzionali costumi familiari con l’ideologia del regime. Questo tipo di manipolazione ideologica convinse la maggior parte delle casalinghe tedesche a preparare biscotti a forma di croce celtica, dall’aspetto simile ad una svastica. Inoltre si cercò di sostituire la figura cristiana di San Nicola, che tradizionalmente porta regali ai bambini tedeschi il 6 dicembre, con la figura nordica del dio Odino.