Un Percorso Davvero Obbligato? Inevitabilità e Reversibilità nella Crisi Greca

Stando all’articolo sopra richiamato, la catena causale che identifica nell’austerity l’origine delle attuali sofferenze greche dovrebbe essere spezzata, perché in realtà esse andrebbero ricondotte solo allo scialacquio perpetrato dai governi ellenici. Niente di più e niente di meno. Ma attenzione, gli autori mettono in guardia dal possibile riemergere di politiche fiscali espansive. E citano il cliché consolidato dei troppi dipendenti pubblici che la Grecia storicamente avrebbe arruolato (fatto smentito ad esempio da Alberto Bagnai). Un ritorno al passato, a loro dire, comprometterebbe definitivamente la reversibilità della crisi greca e porterebbe a smarrire il senso della sua inevitabilità.

Il governo Tsipras sta operando affinché un ritorno al passato sia scongiurato?  Secondo Feld e colleghi la risposta è no. Anzi, l’idea propugnata dal nuovo governo ellenico, per cui l’austerità e le riforme strutturali sarebbero state un errore, andrebbe stigmatizzata perché capace di alimentare le forze politiche radicali degli altri paesi membri dell’Eurozona. Le conseguenze? Una sorta di “contagio politico”, con annessa fuga di capitali e rottura del progetto europeo (già da tempo avvenuta, secondo lo schieramento anti-austerity). Un quadro così tetro da fare invidia anche agli antichi drammaturghi greci.