Berlino e cultura. Una cosa sola. Oramai è più che assodato che la capitale tedesca sia uno dei poli culturali più attraenti d’Europa. Complici la storia e il fascino indiscusso di uno stile architettonico testimone delle vicende che l’hanno attraversata, l’arte contemporanea – apprezzata e valorizzata – e il fermento culturale, Berlino è diventata, negli anni, una delle mete turistiche europee di grido. Ma Berlino può contare soprattutto su un elemento, che le garantisce un primato nel panorama mondiale e un giro d’affari notevole: la vita notturna.
Il Consiglio della capitale della Repubblica Federale è più che consapevole del suddetto “capitale” e, proprio per questo, è nata l’intenzione di implementare una decisione che ha scosso l’opinione pubblica dei paesi circostanti: i locali notturni prima di tutto, anche dei cittadini. Sembrerebbe una bufala da web, eppure a Berlino sembrano tutti determinatissimi. Chi vorrà costruire nuovi edifici, dovrà assicurarsi che questi non vengano realizzati accanto a club e discoteche; tuttavia, se i costruttori volessero continuare nel loro intento proprio accanto ad un locale notturno, dovranno preoccuparsi da sè di insonorizzare le proprie strutture.
“Il nostro intento è mantenere Berlino viva e selvaggia” ha detto Andreas Geisel, Assessore per lo sviluppo urbano. La proposta del Consiglio ha come obiettivo quello di evitare la chiusura di club notturni a causa dei lamenti – che sfociano poi in azioni legali – di vicini e vicinati. E questa proposta, non è un caso. I locali berlinesi hanno spesso sofferto di questi problemi: basi pensare all’iconico King Size che, dopo cinque anni di feste leggendarie, il 23 aprile ha dovuto chiudere i battenti a causa dei lamenti dei vicini e così negli anni è stato per moltissimi club (Lido, Yaam, SO36).
Un giornalista del Der Tagesspiegel, uno dei quotidiani principali della Germania, ha scritto: “Penso che il 60% dei turisti, venga a Berlino perchè alla ricerca di controcultura, non per trascorrere la giornata in un centro commerciale. Un Rolex si può acquistare anche a Dubai, ma club come i nostri non si possono trovare da nessun’altra parte al mondo”. Attaccare i club, significa attaccare Berlino. Il Consiglio lo ha capito al volo. E le conseguenze – che per ora restano una dichiarazione d’intenti – potrebbero essere rivoluzionarie.