È scoppiata una guerra ma nessuno sembra essersene reso conto. No, per una volta non è uno di quegli scontri che provocano morti. Questa è una guerra tecnologica. Infatti, ormai da molto tempo ci si chiede nel mondo scientifico dell’automotive: il futuro è elettrico o ad idrogeno? Sono notizie di questi giorni il rilascio ufficiale della Toyota Mirai, la prima auto a idrogeno in vendita in Europa (tranne in Italia per norme sulla sicurezza tutte da rivedere) e del boom record di prenotazioni (oltre 325 mila ordini) dell’auto elettrica Model 3 della casa automobilistica TESLA del magnate Elon Musk. Entrambi le soluzioni hanno bisogno di un motore elettrico per la trazione dell’automobile…ma cosa cambia allora nelle due soluzioni?
L’auto elettrica immagazzina direttamente l’energia elettrica dall’esterno tramite una batteria, mentre la macchina a idrogeno è più complessa. Infatti è costituita da un serbatoio di idrogeno e da una cella a combustibile. Questa cella riesce a convertire idrogeno in energia elettrica che verrà quindi fornita al motore elettrico. L’automobile a idrogeno risulta sicuramente più complessa dal punto di vista ingegneristico ma ha il grande vantaggio di non dover fare rifornimento di energia elettrica ma di idrogeno in forma gassosa, molto più veloce rispetto all’antagonista (3 minuti contro ore). Per quanto riguarda l’autonomia, la Mirai dovrebbe garantire i 500 km mentre la Model 3 circa 345. L’auto a idrogeno in questo caso paga la sua complessità con un costo di 80.000 euro (dichiarato in Germania) contro i 35.000 euro della TESLA.
Questa guerra sarà vinta da chi per primo raggiungerà il suo obiettivo: abbassare i tempi di ricarica delle auto elettriche o il costo delle componenti delle auto ad idrogeno.
Dati tecnici a parte il segnale importante è che queste tecnologie si faranno sempre più spazio nel mercato nei prossimi decenni, decretando la fine dell’era fossile dei carburanti. L’elettricità e l’idrogeno utilizzati per la trazione dovrebbero difatti provenire da fonti rinnovabili, garantendo la sostenibilità del cambio tecnologico. E se le precedenti considerazioni non dovessero bastarvi, pensate solo che l’Olanda ha avviato il cammino legislativo per vietare dal 2025 i veicoli a fonte fossile come benzina e gasolio.
Si può sperare che una decisione simile venga presa anche dall’Italia, risultata nel 2015 in prima posizione nel triste record europeo di morti per inquinamento cittadino.
Insomma la guerra è sì scoppiata, ma è una guerra con soli vincitori.