L’Italia può essere da sempre considerata terra di migranti. C’è chi va e c’è chi viene.
Ciò che accomuna i due flussi è che, in entrambi i casi, si è mossi dalla speranza di trovare una condizione di vita migliore.
Il Belpaese, baciato dal sole e cullato dal mare, nell’immaginario collettivo è sempre stato sinonimo di cultura e benessere, ma per molti italiani, ormai da secoli questa descrizione non corrisponde più alla realtà. Già a partire dal XIX secolo i nostri territori sono stati interessati da importanti ondate migratorie verso Nord e Sud America, Europa Nord-Occidentale e Nord Africa. La motivazione è sempre la stessa: lasciare precarietà e miseria per dirigersi verso destinazioni dove si spera esistano maggiori opportunità di riscatto.
Se pensiamo ai giorni nostri, i cittadini italiani residenti fuori dei confini nazionali, secondo il Rapporto Migrantes Italiani nel Mondo 2013, sono 4.341.156. Negli ultimi 5 anni quasi 100mila giovani tra i 15 e i 34 anni hanno lasciato l’Italia, di cui ben 26mila solo nel 2012. I paesi in cui si concentrano i flussi migratori sono quelli europei, ma un dato significativo arriva anche da quelli asiatici.