Sabato 20 e Domenica 21 settembre è passato da Tarvisio, in Friuli, molto meno del gas di solito, circa un terzo in meno secondo i dati di Snam Rete Gas. Stessa cosa è successa in Germania, Polonia, Slovacchia e Austria, dove le forniture giornaliere sono calate da un giorno all’altro del 25%. Gli analisti del settore affermano che non c’è da preoccuparsi per questo calo di consegne. Anche se il direttore di E- Control, l’authority austriaca del gas, forse meno ottimista, forse meno diplomatico, si è lasciato andare: una diminuzione dei flussi può capitare, ma al massimo del 15% (http://bit.ly/1vokYYt). Oltre questa soglia, c’è qualcosa che puzza. A maggior ragione se parliamo di metano.
UCRAINA
Gazprom attribuisce queste anomalie alla necessità di riempire gli stoccaggi in vista dell’arrivo del Generale Inverno e alla flessibilità dei contratti sottoscritti con i singoli Paesi. Ma la ragione al centro della disputa potrebbe essere un’altra: l’Ucraina, che da giugno non riceve più gas dalla Russia.
Gli Stati europei che hanno certificato cali nelle forniture sarebbero proprio quelli che stanno aiutando l’Ucraina, rivendendole il gas precedentemente acquistato da Mosca. Insomma, il caldo delle forniture in Europa Centrale sarebbe stato un avvertimento da parte di Gazprom: non prendetevi gioco di me, perché posso chiudere anche i vostri rubinetti, quando voglio.