Benché una certa fetta di pubblico, in genere quella più giovane, lo trovi una delle espressioni più paludate dell’establishment musical-televisivo tricolore, il Festival di Sanremo, per l’industria italiana del disco, è ancora un appuntamento irrinunciabile: non c’è discografico, infatti, che sia disposto a rinunciare a una vetrina promozionale che occupi praticamente manu militari una settimana in prima serata sulla rete ammiraglia della TV di Stato, con – come inevitabile corollario – la completa e totale attenzione di pressoché tutta la stampa nazionale, generalista e non.
E in effetti la sessantaseiesima edizione del Festival della Canzone Italiana, conclusasi lo scorso 13 febbraio, in termini di audience televisivo non ha deluso le attese, tanto da portare i vertici di Viale Mazzini a rinnovare in fretta e furia il contratto al direttore artistico e conduttore Carlo Conti. Ma, dati alla mano, siamo sicuri che ne valga davvero la pena, in termini di riscontro commerciale?
Le prime classifiche pubblicate dopo il termine dell’ultima edizione del concorso canoro possono contribuire a fornire un primo quadro, seppure su una distanza troppo ravvicinata anche solo per ipotizzare uno scenario statistico. Nella top ten degli album più venduti forniti dalla FIMI relativa alla prima settimana post-Sanremo dei venti Big in gara se ne ritrovano solo tre: i vincitori Stadio, Patty Pravo ed Elio e le Storie Tese, questi ultimi due nemmeno arrivati sul podio. Il pubblico che compra i dischi, evidentemente, non sempre collima con quello che guarda la TV e televota: non è un caso, infatti, che nella top ten Ezio Bosso – il pianista e compositore che ha emozionato (in veste di ospite) il teatro Ariston – abbia piazzato il suo album “The 12th room” al settimo posto tra i dieci più venduti in Italia nella prima settimana post-Sanremo.
E’ doveroso, per avere un quadro più preciso dello scenario, il monitoraggio delle vendite dei singoli, che la FIMI accorpa nella classifica che aggrega i dati dei download e dello streaming Top Digital: “Nessun grado di separazione” di Francesca Michielin sale direttamente al primo posto, superando la vincitrice “Un giorno mi dirai” degli Stadio, ferma sulla terza piazza. “Finalmente piove” di Valerio Scanu si attesta sulla sesta tacca, appena davanti a “Infinite volte” di Lorenzo Fragola: “Quando sono lontano” di Clementino chiude il gruppo di testa, in decima posizione.
E in radio? La situazione è più o meno simile: nelle top ten dei brani più trasmessi compilate da EarOne e Radio Airplay della pattuglia sanremese a fara da padrone è stato un ospite – Maitre Gims, con “Est-ce que tu m’aimes?” – mentre tra i concorrenti solo due, Francesca Michielin e gli Stadio, rispettivamente seconda e primi classificati all’Ariston, riescono a entrare nelle prime dieci posizione, e per giunta nella seconda parte del gruppo di testa.
Insomma, la partecipazione a Sanremo pare non sia più automatica garanzia di successo. Tracciare un bilancio commerciale dell’edizione 2016 è ovviamente prematuro, ma la tendenza indicata dalle classifiche annuali degli scorsi anni è piuttosto chiara: dei 20 Big che si sfidarono in riviera nel 2015 solo uno – il trio Il Volo – riuscì a piazzare il proprio album post-festivaliero nella top ten annuale, mentre solo altri sei riuscirono a fare breccia nella top 100, lasciando tutti gli altri fuori dai giochi. Nel 2014 non andò meglio, e nel 2013 fu lo stesso. Quasi come a voler dire che, per quanto possa essere importante una vetrina, è perfettamente inutile se chi ci si espone non è capace di farsi ricordare…