Si parla spesso di globalizzazione, del superamento delle barriere culturali e il discorso, soprattutto negli ultimi tempi, ha investito anche l’alimentazione, soprattutto relativamente ai problemi ambientali causati dagli allevamenti e dalle colture intensive adottate.
A questo proposito l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) sta effettuando una vera e propria campagna di sensibilizzazione riguardante l’entomofagia, ossia la pratica di mangiare insetti che è già diffusa in Africa, America Latina, Australia, Asia e Pacifico (per un totale di 2 miliardi di persone che si cibano di quasi 2.000 esemplari nella propria dieta quotidiana).
Recentemente il Parlamento Europeo è intervenuto sul tema, approvando una normativa che modifica l’iter relativo al novel food, categoria a cui appartengono i cibi che nel 1997 non venivano consumati con un’incidenza significativa in Europa. A partire dal nuovo anno, sarà dunque possibile trovare nei supermercati italiani alimenti prima non consentiti, tra cui per l’appunto gli insetti.
Sono in molti a storcere il naso, evidentemente soprattutto per un retaggio culturale irrigiditosi in abitudini alimentari differenti, che si sono sviluppate anche in correlazione alla presenza di animali diversi e la scarsità di episodi che hanno visto coinvolti sciami “infestanti”. Noi di Smartweek abbiamo pensato di metterci alla prova, e grazie a Entonote, fondata da Giulia Maffei, biologa e comunicatrice scientifica e Giulia Tacchini, food designer abbiamo intrapreso quello che descrivono come “un avvicinamento alla scoperta dell’insetto nel piatto attraverso un’esperienza gastronomica e interattiva unica nel suo genere”.