“Il fumo uccide”. “Il fumo danneggia gravemente te e chi ti sta intorno”. Queste alcune delle frasi celebri riportate sui pacchetti di sigarette, quelle che dovrebbero invogliare i fumatori incalliti a ridurre – se non addirittura a smettere – di fumare. Ma che, puntualmente, vengono commentate con un condiviso “eh, allora perché le vendete?”. Troppo facile, troppo comodo. Noi compriamo le sigarette, noi le fumiamo, noi ci rintaniamo nelle aree apposite degli aeroporti, delle stazioni e persino degli ospedali pur di non rinunciare a fumare. E, nonostante i dati parlino chiaro (un fumatore, in media, fuma 17 sigarette al giorno e il numero di vittime del fumo passivo è inimmaginabile), il vizio proprio non ce lo togliamo.
Allora ecco che Philip Morris – leader del settore tabacchi – ha pensato ad IQOS, un prodotto innovativo che non solo “consente di apprezzare l’autentico gusto del tabacco” ma, soprattutto, “consente un’esperienza più pulita perché non crea combustione, né cenere e genera meno odore rispetto ad una sigaretta”. E a chi si domanda se IQOS altro non sia che una sigaretta elettronica presentata in salsa diversa, Philip Morris risponde prontamente che si tratta di “un sistema elettronico di riscaldamento del tabacco e non è una sigaretta elettronica. A differenza delle sigarette elettroniche, il dispositivo IQOS riscalda vero tabacco e rilascia un autentico sapore di tabacco senza bruciarlo, riproponendo molti degli aspetti sensoriali e rituali legati al fumo di una sigaretta, ma senza combustione. Le sigarette elettroniche, invece, usano l’elettronica per generare un aerosol da una soluzione liquida che può contenere nicotina ma non tabacco”.
Ma può un prodotto del genere contribuire concretamente a ridurre i rischi per i fumatori e per chi sta loro intorno? Per capirci di più, ho posto qualche domanda a Gaetano Aprovitola, giovane imprenditore nel settore tabacchi.