La mobilitazione del gruppo di Anonymous che già all’indomani degli attentati del 13 novembre a Parigi aveva dichiarato una lotta spietata ai terroristi del sedicente Stato Islamico, aveva incontrato lo scetticismo dei molti che, fin da subito, avevano obiettato che l’intervento degli hacker avrebbe potuto fare più male che bene alla lotta contro il terrorismo, diffondendo nel web e nei principali canali di comunicazione informazioni false ed inesatte ed intralciando il lavoro dell’intelligence.
Ora, queste previsioni sembrano avverarsi.
La maggior parte degli sforzi del gruppo Anonymous sono stati indirizzati ad individuare account social e siti web collegati in qualche modo all’ISIS. Negli ultimi giorni gli hacktivist avrebbero segnalato tantissimi account Twitter, ritenuti connessi al gruppo terroristico. Questa lista è stata però subito accantonata perché giudicata inaccurata.
The Verge cita un articolo di Ars Technica, nel quale si spiega che molti di quegli account sarebbero stati segnalati come pericolosi soltanto perché scritti in lingua araba. Tra questi, di fatto, ci sarebbero stati anche profili di curdi, iraniani, palestinesi e ceceni. “Forse coloro che gestiscono questi account possono non essere brave persone, ma di certo non hanno nulla a che fare con l’ISIS” è il commento di Ars Technica.
Negli ambienti di Anonymous hanno preso a girare, di conseguenza, messaggi che invitano a tenere a mente quali e chi siano i reali obiettivi del gruppo e che solo perché un post è scritto in arabo o chi scrive è di fede musulmana non significa che debba necessariamente essere tra i bersagli. I passi falsi sono diventati così evidenti che altri gruppi anonimi hanno iniziato a prendere le distanze pubblicamente dal #OpIsis, come nel tweet qua sotto.