Mentre sto scrivendo, il mercato delle criptovalute ha raggiunto una capitalizzazione di circa 300 miliardi di dollari (coinmarketcap.com) e se ne contano quasi 1400. Prima di affrontare il tema, è utile che diamo, come sempre, una occhiata a qualche numero: la popolazione mondiale è di sette miliardi, tuttavia ciò che è più interessante sta nel dato che solamente 2,5 miliardi hanno un conto bancario, mentre in compenso ci sono 7 miliardi di abbonamenti telefonici.
Quasi sicuramente è stata questa ultima semplice osservazione a far nascere a qualcuno l’idea delle criptovalute. Giusto per capire le variabili in gioco: considerate che solo 4,5 miliardi di persone possiedono un gabinetto con lo sciacquone; forse, bisognerebbe affrontare prima questo problema igienico, ma allora preparatevi a una delusione. Era Ottobre del 2008 (lo stesso mese del crollo della LEHMAN BROTHERS) quando un misterioso creatore (Satoshi Nakamoto) alias l’imprenditore australiano Craig Wright ha creato il BITCOIN, che non è altro che una moneta elettronica. L’aspetto rivoluzionario non è nella nascita di una nuova moneta, il cui valore dipende solo (si fa per dire) dalla fiducia, ma dalla tecnologia (per l’appunto BLOCKCHAIN) collegata al funzionamento della stessa.
L’ultima importante invenzione “finanziaria – monetaria” è ascrivibile a noi italiani nel periodo rinascimentale con la nascita delle banche e con la metodologia della “partita doppia” per la stesura del bilancio. Il bilancio delle banche registra (attenzione alla creazione di un registro) tutte le transazioni tra individui con posizioni di debito e credito che sono l’altra faccia della medaglia degli scambi di beni, servizi, di debiti, obbligazioni etc. In sintesi, il sistema attuale economico ha un REGISTRO, gestito dalle BANCHE. Ora tralasciamo l’analisi storica, che potrebbe essere interessante. Avremo altre occasioni.
Ritorniamo a quello che sta succedendo in questi ultimi periodi: la tecnologia BLOCKCHAIN è un REGISTRO, il quale ogni qualvolta che qualcuno compra o vende qualcosa usando per esempio BITCOIN, viene registrato e autenticato da una rete di computer, tranquilli avete letto bene non più dalle banche. L’innovazione non è dunque nel registro (che peraltro è italiana, come già detto), ma nella gestione dello stesso senza autorità bancarie o statali. Un registro decentralizzato, anonimo, capace di autoverificarsi e con una potenza infinita.
Ora torniamo ai nostri 7 miliardi di persone al mondo e scopriremo che anche nel 2017 si sono dati un gran da fare, infatti le transazioni di denaro cash nel mondo sono state 2,5 trilioni di dollari, mentre quelle tramite carte di credito-debito, assegni online banking hanno toccato l’ammontare in controvalore di 180 trilioni di dollari. Le cifre in ballo sono enormi e, per ora, tutto questo denaro transita, per la quasi totalità, attraverso il sistema bancario; tuttavia dietro ad ogni innovazione vi è sempre un fattore di risparmio ed efficienza, eccolo: con la cripto valuta rispetto alle carte di credito si risparmia oltre il 2% sui costi di transazione, ed ancora rispetto ai bonifici si risparmiano 3 giorni di valuta, e riguardo ad ogni metodo di pagamento la cripto valuta sta nel nostro telefono e può essere trasferita direttamente da una persona ad un’altra.
E’ a questa COMMUNITY che si rivolge il mercato delle ICO (INITIAL COIN OFFERING) destinate a sostituire le IPO (INITIAL PUBBLIC OFFERING) azionarie . Vediamo il funzionamento: si tratta di una operazione di CROWDFUNDING, che anziché rivolgersi ad investitori tradizionali con Dollari, Euro, Sterline si indirizza alla raccolta di criptovalute.
Un’azienda invece di emettere opzioni e/o azioni contro cash, emette gettoni (in termine tecnico TOKENS) in cambio di criptovaluta; chiaramente a sconto per il fattore di rischio insito nella operazione. I TOKENS non danno diritto di voto né quote dell’azienda. I TOKENS, qualora l’azienda diventi pubblica (mercato borsistico) e abbia successo danno il diritto per accedere ai servizi dell’azienda stessa oppure potranno essere rivenduti a chi ne ha bisogno e non ha partecipato alla fase iniziale dell’ICO.
Chiaramente il progetto-idea sottostante e il management dell’azienda sono fondamentali e determineranno la redditività anche del ICO. Attenzione il TOKEN comprato a prezzo di sconto può anche azzerarsi se il progetto non è valido, tuttavia non ci sono limiti al crescere del valore. Un esempio di successo è ETHEREUM, criptovaluta nata nel 2014 come ICO – token verso bitcon.
Proviamo a decifrare alcune caratteristiche di successo delle recenti ICO:
– Numero limitato di tokens emessi, poiché nel caso di successo diverrebbero richiestissimi;
– La ricerca di un vasto numero di utenti: servono utenti che si scambiano i tokens e che usufruiscono dei servizi dell’azienda. Inizialmente i token valgono centesimi di dollaro (massimo un dollaro), devono essere alla portata di tutti. Le ICO sfruttano una tecnologia (blockchain) decentralizzata: meglio 2 milioni di utenti in Asia che il venture capitalist a Londra o Milano .
– La creazione di una community: avere milioni di utenti che ogni giorno utilizzano i tuoi servizi (gratuitamente o con una piccola spesa) li rende dipendenti dall’iniziativa (secondo il detto: un follower è per sempre)
La tecnologia Blockchain non è altro che un registro crittografico decentralizzato: un libro contabile condiviso. Tutti i sistemi operativi (window, linus, android) e i pc, smartphone, tablet, laptop. Grazie a questa tecnologia possono tenere traccia di tutte le transazioni che avvengono all’interno della rete senza la necessità di una terza parte che faccia da garante (borsa, catasto, banca).
Non ci sono proprietari e controllori, meglio la proprietà è di tutti quelli che fanno parte della rete e il controllo spetta agli stessi utenti in tempo reale. Difficile fare previsioni sul futuro della criptovaluta, resisterà senza l’intervento delle banche e degli Stati ? Meno incerto è il futuro della tecnologia Blockchain, innovazione le cui applicazioni avranno ricadute in molti settori dell’economia: ci aspettano tempi interessanti e come sempre assisteremo ad una “distruzione creatrice”.
MINI GLOSSARIO PER ORIENTARCI
Chiave privata: stringa crittografica (tenere assolutamente segreta) equivale ad un titolo al portatore .
Chiave pubblica: stringa crittografica generata dal wallet dell’utente (una specie di IBAN).
Double spend: consiste nello spendere la propria criptovaluta verso due riceventi contemporaneamente (truffa). La tecnologia blockchain convalida solamente una delle due .
Exchange: mercati dove scambiare criptovalute.
Hash rate: unità di misura della potenza di calcolo dei MINERS di una determinata blockchain.
Mining: è il processo di raccolta e conferma delle transazioni in criptovaluta. Avviene attraverso calcoli matematici.
P2P: ogni utente contemporaneamente fa le funzioni sia di cliente che di server.
Round: è il tempo impiegato per elaborare un blocco della catena.
Wallet: ci sono le chiavi (private e pubbliche) che provano il possesso di criptovalute e permette il trasferimento.