Aumentare la produttività, in particolare nel settore dei servizi, dovrebbe essere una priorità politica per l’Italia al fine di colmare il divario con le altre economie dell’Eurozona. E’ questa una delle indicazioni contenute nelle previsioni sull’economia italiana che verranno rese note domani a Milano durante l’evento “Global Industry Roundtable” organizzato da Oxford Economics, uno dei più importanti enti al mondo di previsioni economiche.
L’istituto sottolinea come il tasso di crescita storicamente basso della produttività sia, insieme all’elevato livello di debito pubblico, uno dei freni all’economia del nostro Paese. Nel 2017 l’aumento di questo indicatore è stato solo dello 0,4% a fronte di un tasso di crescita stimato dell’1% per Francia e Germania e dello 0,8% per l’Eurozona.
Dati alla mano, migliorare il tasso di produttività dovrebbe essere una delle priorità del prossimo governo. Dovrebbe. Ma basta leggere le pagine del contratto firmato da Lega e M5S per capire come l’incremento di questo indice non sia in cima ai pensieri di Salvini e Di Maio. “In realtà – spiega con un pizzico di ironia l’economista Nicola Nobile, autore del report di Oxford Economics – di produttività all’interno del contratto si parla, ma solo una volta e in relazione alla necessità di aumentare la produttività nel sistema giudiziario”.
Produttività, settori in crescita e settori in crisi
Secondo lo studio di Oxford Economics, l’edilizia è stato il settore italiano peggiore in termini di crescita della produttività. Bene invece l’industria manifatturiera che, a seguito della crisi del 2008-09, ha migliorato significativamente la sua produttività, come testimoniato anche dall’ottima performance dell’esportazione italiana. Viceversa, il settore dei servizi, che era già in declino dagli anni ’90, ha peggiorato ulteriormente la sua performance negativa anche dopo la crisi. In un’ultima analisi, trasporti, comunicazione e servizi professionali sembrano essere i principali ritardatari degli ultimi anni.