Mare Nostrum, Affari Vostri: Così i Singoli Stati Affrontano il Problema Immigrazione

Disperazione e speranza. Sono questi i veri carburanti che girano nei motori delle centinaia di barconi che ogni mese salpano, colmi di corpi ammassati, verso le coste italiane. All’epilogo dell’ennesima estate all’insegna degli sbarchi, il bilancio è drammatico: fonti del governo riportano che da gennaio ad oggi, nei nostri centri di accoglienza, sono stati registrati 118 mila immigrati, mentre circa 2600 hanno perso la vita o risultano dispersi nel canale di Sicilia.

Una situazione, questa, che in breve tempo ha fatto sprofondare il nostro Paese in una vera e propria emergenza. Secondo uno studio della Fondazione Migrantes, infatti, l’Italia negli ultimi due anni ha fatto registrare un aumento dell’823% degli sbarchi. La rotta che dal Nord Africa porta a Pantelleria, Lampedusa, Malta e alle altre regioni sud-Orientali resta ancora la più battuta dagli scafisti.

La nostra penisola, insieme a Spagna, Grecia, Turchia e Israele, rientra, così, tra i territori geograficamente più adatti allo sbarco, ma a differenza di questi mantiene un certo livello di preferenza. Le motivazioni sono da ricercare nell’assetto normativo del nostro Paese: l’immigrazione, infatti, viene gestita attraverso l’operazione Mare Nostrum, che consente ai militari della Marina, una volta individuato un barcone, di scortarlo a terra, identificare le persone a bordo e condurle verso i centri di permanenza temporanea, dove le autorità decideranno il loro destino.