Da pochi giorni si è conclusa la New York Art Week, una delle più famose fiere d’arte che vede la partecipazione dei più talentuosi artisti provenienti da tutto il mondo. Ancora una volta The Armory Show si afferma come principale polo fieristico per l’esibizione e la raccolta delle più importanti collezioni di arte contemporanea. Il ruolo che ha la tecnologia nella vita dell’individuo è stato il tema più esplorato dai partecipanti. Infatti, numerosi artisti hanno proposto personali interpretazioni su come i nuovi mezzi di comunicazione influiscano sulla quotidianità e su come alterino la percezione che le persone hanno della realtà.
Spring/Break Art Show, che quest’anno festeggia la sua sesta edizione nella nuova location di Times Square, ha proposto una raccolta di opere d’arte a tema “Black Mirror”, un chiaro riferimento alla tecnologia da cui prende il nome anche l’omonima serie tv di successo della BBC. Centocinquanta curatori e più di quattrocento artisti si sono cimentati nell’allestire una propria interpretazione del tema creando un’atmosfera decisamente futuristica con ambienti immersivi e ad alto coinvolgimento emotivo.
Come hanno dichiarato gli organizzatori Ambre Kelly e Andrea Gori:
L’artista Jonathan Rosen ha presentato la sua installazione dal titolo “I’ll be happy when” costituita da uno specchio gigante che contiene un piccolo computer che attraverso una tua foto è in grado di identificare e rilevare che cosa desideri ardentemente e ciò che più ti manca. Oppure l’installazione di Erin Ko che attraverso la tecnologia della realtà virtuale ti permette di viaggiare e fare esperienza di un’altra dimensione. Altri curatori invece si sono concentrati principalmente sul rapporto che ha la donna con la tecnologia decorando le proprie installazioni con l’uso eccessivo del rosa e presentando tutte le cose effimere dell’universo femminile.
Altri artisti presentati sia all’Armory Show e al Nada hanno affrontato e sperimentato il tema della tecnologia rapportandolo all’arte. Le nuove innovazioni infatti, non hanno solo cambiato il modo di fare esperienza con il mondo, ma anche il modo di produrre e fare arte. Artisti quali Jacolby Satterwhite hanno subito dichiarato che la propria vena artistica non è più basata sul disegno, ma sull’utilizzo di tablet e software di riproduzione 3D. Le diverse opere da lui presentate durante la fiera infatti, sono il frutto di diverse fasi di elaborazione del prodotto tramite diverse tecnologie dall’utilizzo dello scanner al green screen.