New York è considerata la patria del tatuaggio nell’accezione moderna del termine. Infatti, l’usanza di dipingere il proprio corpo risale a circa 5 mila anni fa, per fini terapeutici: il tatuaggio era impiegato nella cura dell’artrite. In seguito associati alla criminalità e alla proibizione, i disegni sul corpo hanno rappresentato negli anni la superstizione, i successi bellici o il patriottismo. Sono stati anche un mezzo provocatorio dell’emancipazione femminile nei confronti della società maschilista.
In questo panorama estremamente versatile, il tatuaggio diventa un ornamento puramente estetico proprio a New York nel 1859 con Martin Hildebrandt, il primo artista specializzato.
Successivamente, nel 1891, Samuel O’Reilly modifica la penna elettrica, inventata da Thomas Edison, e inventa la prima macchina elettrica per tatuaggi.
Il 20esimo secolo, infine, elegge il quartiere di Bowery a Lower Manhattan (situato nella punta meridionale dell’omonima isola) come punto di riferimento per i tatuatori. Un periodo idilliaco che subisce una battuta d’arresto nel 1961, quando l’assessorato alla Sanità bandisce i tatuaggi a causa dei numerosi casi di epatite.
Tuttavia, come tutte le pratiche proibite, il tatuatore trova una strada alternativa e meno legale per portare avanti la moda, fino al 1997 quando viene eliminato definitivamente il bando.
New York è considerata, perciò, la patria del tatuaggio: esso è permeato nella profondità del sistema e dello stile della Grande Mela.
Infatti, secondo la piattaforma di ricerche statunitense Statistic Brain circa 45 milioni di americani hanno almeno un tatuaggio: un business di oltre un miliardo e mezzo di dollari, con un costo di 45 dollari per un tatuaggio di piccole dimensioni e 150 dollari orari per uno di grandi dimensioni. Nello studio si afferma, inoltre, che il 32 % della popolazione americana è dipendente dall’inchiostro della penna di O’Reilly.
Una parte così fondamentale della società newyorkese non può lasciare una traccia solo in uno studio di mercato: è importante celebrarla nella sua forma più artistica, per rendere onore a tutti gli artisti che si sono specializzati in questo campo.
Così, l’organizzazione newyorkese Historical Society ha inaugurato lo scorso 3 febbraio la mostra “Tattooed New York”, in corso fino al 9 aprile: oltre 250 elementi passano in rassegna trecento anni di pratica dal 1700 fino al bando del 1961.
Di seguito, una piccola anteprima dello spettacolo che si potrà godere dalla residenza della Historical Society a Central Park.