Quando i Videogiochi Diventano una Forma D’Arte

Sono ormai anni che l’opinione pubblica si interroga riguardo agli effetti che i videogiochi possano avere sui fruitori scatenando in loro comportamenti violenti invece di concentrarsi sul fatto che ormai siano parte integrante della storia culturale contemporanea. Essi, infatti, hanno fatto il loro ingresso nei musei di tutto il mondo attirando sempre di più visitatori interessati all’argomento.

Il mercato dei videogiochi è uno dei più proficui al mondo, soltanto nel 2016 ha raggiunto un fatturato pari a 91 miliardi di dollari. Questa industria, soltanto negli Stati Uniti, coinvolge ogni giorno più del 44% della popolazione, stando ai dati riportati dalle ricerche di Statista. Però non si tratta soltanto di una questione economica, sono stati annoverati come una vera e propria forma d’arte da tutelare.

La storia dei videogiochi sta scomparendo e già da anni numerosi musei hanno lanciato nuove iniziative per evitare che questa massiccia cultura, nata negli anni ’80, cada nell’oblio. I fattori che hanno portato alla scomparsa di questi reperti storici sono tanti. Questo settore è soggetto, inoltre, ad un forte e frequente cambiamento dovuto al progresso tecnologico incalzante che rende questi supporti subito obsoleti.

È vero che grazie alle nuove tecnologie oggi è possibile emulare l’esperienza dei videogiochi vintage con un comune browser in rete, però allo stesso tempo è difficile ricreare l’atmosfera, le sensazioni e il fascino che accompagnavano il giocatore durante il gioco.

Come dichiara Sid Meier, produttore della popolare saga “Civilization”, in un’intervista per L’Espresso:

Già nel 2013 lo Smithsonian Institution ha presentato la mostra “The Art of Videogames” e l’ha proposta in più di undici città statunitensi. Questo evento ha raccontato in maniera approfondita ben quattro decenni di sviluppo artistico e tecnologico, dall’Atari VCS 2600 alla Playstation 3, attraverso alcuni dei giochi di maggiore successo tra cui compaiono Pac-Man, Super Mario e Monkey Island.

Secondo Chris Melissinos, il curatore di questa mostra:

Persino il più prestigioso museo newyorkese, il MoMa, ha deciso di procedere anche lui verso questa valorizzazione dell’esperienza artistica. L’Italia non è da meno e Vigamus, un museo videoludico romano, ha totalizzato circa 142 mila visitatori nei suoi primi 50 mesi di vita.

Come spiega il direttore Marco Accordi Rickards:

Inoltre è possibile anche compiere un tour virtuale della mostra accedendo tranquillamente dal sito, così da avere un assaggio di quella che secondo Accordi sia la nostra storia.