Il fatto di essere ormai da quasi trent’anni al centro di un processo d’innovazione tecnologica senza precedenti ha portato all’inevitabile stravolgimento di alcuni capisaldi del nostro modo di vivere. Con il tempo, insomma, abbiamo imparato a dire addio a tutto ciò che una volta sembrava scandire i ritmi di una vita comoda e senza preoccupazioni, accogliendo, di fatto, la sua versione digital: via tuttocittà, moka e cassetta delle lettere, dunque, dentro navigatori, smartphone di ultima generazione, macchinette del caffè ed email. Ma che impatto ha avuto tutto questo sulla nostra società
Difficile generalizzare. Il processo evolutivo è, senza ombra di dubbio, volto a offrire una sempre maggiore facilità d’azione all’utente, permettendogli di guadagnare tempo da impiegare in attività di primaria importanza. Tuttavia non sempre i benefici acquisiti superano i danni procurati.
È il caso della scrittura. Negli ultimi anni, infatti, la crescente offerta di device di ultima generazione, utilizzati anche in ambito scolastico, ha portato al quasi totale abbandono della grafia. Email, app, ebook, tablet e pc hanno sostituito in toto appunti, quaderni, penne, matite e libri, portando alla digitalizzazione di uno degli aspetti culturali più importanti di ogni epoca: la scrittura.
Per capire le ripercussioni che tutto questo ha avuto sulle nostre capacità intellettive, ne abbiamo parlato con la dott.ssa Francesca Villa perito grafologo e grafologa per la rieducazione alla scrittura, fondatrice di Studio di Grafologia.
“Bisogna ricordare che l’atto scrittorio a mano libera è il prodotto di un complesso insieme di movimenti, che prevedono la collaborazione di funzioni cerebrali, tattili e di motricità fine, oltre alla coordinazione occhio-mano e alla gestione dello spazio. Scrivere nasce dall’impulso del cervello che, guidando la mano, ci consente di proiettare la nostra scrittura, unica e irripetibile, che rappresenta la persona scrivente. L’avvento della digitalizzazione – continua la dott.ssa Villa – ha portato gli studiosi a compiere esperimenti al riguardo. Alcuni studi di università americane hanno rilevato le diverse aree cerebrali che si attivano nei bambini in un esperimento di scrittura: la scrittura a mano libera e la dattiloscrittura su pc, dimostrando che scrivere in modalità tradizionale attiva delle aree cerebrali, attività encefalica che nel secondo caso è assente”.
Ma quali sono le conseguenze?
“Scrivere influenza il pensiero, allenando le attività di concentrazione e memoria, il linguaggio e la coordinazione, incentivando la motricità fine. L’inevitabile conseguenza dell’assenza di esercizio di scrittura, prediligendo la digitalizzazione, è l’interruzione del processo pensiero-azione, un peggioramento del discorso e un impoverimento di concentrazione e memoria”, ha affermato la grafologa.
“Altri studi dell’università La Sapienza hanno dimostrato un miglioramento del linguaggio e della formulazione del pensiero nei bambini allenati per un lungo periodo a compilare a mano libera tutti i giorni un diario con i propri pensieri ed esercizi di scrittura. Dal punto di vista grafologico la scrittura è espressione del sé, della propria personalità ed è rapporto diretto ed esclusivo tra atto motorio e prodotto grafico, passaggio che manca completamente nella videoscrittura”.
Per capire poi l’impatto che questa rivoluzione digitale, in ambito grafologico, può avere sulla società, ci siamo rivolti alla dott.ssa Nicoletta Vittadini, professoressa di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università Cattolica di Milano.
“L’evoluzione delle tecnologie di scrittura ha sempre influito sul modo di comunicare all’interno di una società. Alcune tecnologie di scrittura lasciano tracce molto stabili nel tempo, altre sono veloci a diffondersi nello spazio. Oggi siamo davanti a un’evoluzione delle tecniche di scrittura che, grazie alla digitalizzazione, stanno assumendo una forma nuova rispetto anche solo a pochi decenni fa. Innanzitutto la scrittura, nella sua forma digitale mediata dalla tastiera è diventata pervasiva: viene usata per lavoro, svago, comunicazione con gli amici i familiari, senza sostanziali differenze. Possiamo dire che è diventata la modalità di comunicazione dominante”.
“Quali sono le caratteristiche di questo tipo di scrittura? Innanzitutto è veloce, più veloce della scrittura a mano e questo crea una relazione più stretta tra flusso di pensiero e sua traduzione nella parola scritta. In secondo luogo è sempre modificabile, è sempre possibile correggere gli errori e spostare le parole, quindi richiede meno riflessione preliminare quando si scrive. In terzo luogo è standardizzata, il risultato della parola scritta non ha i tratti individuali della scrittura a mano che esprime personalità e carattere dello scrivente. La scrittura individuale, mediata dalle tecnologie, quindi diviene sempre meno il luogo di una sedimentazione delle idee e di un’espressione individuale per essere uno strumento di manifestazione immediata del pensiero che appare in forma spersonalizzata”, afferma la prof.ssa Vittadini.
Tutte queste considerazioni ci portano a un’unica e semplice conclusione: la scrittura a mano libera resta, al netto dell’innovazione tecnologica, una delle eredità più importanti della nostra storia. Le ripercussioni di una sua possibile scomparsa potrebbero, alla lunga, avere effetti deleteri sulle nostre capacità, sul nostro stile di vita e sulla società visto che, come ci ricorda la stessa dot.ssa Villa, “la grafia, oltre a essere l’espressione dell’individuo, ci permette di allenare il complesso esercizio cervello-motricità ,portando allo sviluppo psicomotorio che è al centro della crescita”.