Prosecco: il Prezzo di un’Economia di Successo

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L’inchiesta della giornalista Milena Gabanelli, del programma Rai “Report”, ha finalmente dato voce alle proteste delle migliaia di abitanti dei comuni di Conegliano e Valdobbiadene, famosi in tutto il mondo per la produzione di vitigno glera, componente base del Prosecco.

Le amate bollicine italiane si contendono con lo Champagne il titolo di vino più venduto nel mondo, registrando una vendita di quasi 500 milioni di bottiglie l’anno, per un fatturato annuale totale di 1.2 miliardi di euro. Le aziende coinvolte in questa produzione sono più di 15 mila e le cantine ammontano a 527. La pianta, tipica di comuni quali Conegliano e Valdobbiadene, costa più di qualsiasi altra uva prodotta in Italia: una pianta di Pinot Grigio vende a 55 centesimi, contro i due euro della pianta di Prosecco.

Il Prosecco DOC nel 2016 ha registrato un incremento di domanda da parte del mercato del 30%. Ma numerosi decreti legge hanno imposto che la glera possa essere coltivata, e quindi il Prosecco prodotto, solo nella zona che si estende da Veneto al Friuli-Venezia Giulia, così vietando a tutti gli altri produttori vinicoli di poter scrivere “Prosecco” sulle loro bottiglie.

L’elevata richiesta, l’alta profittabilità e le numerose restrizioni sulla zona di produzione hanno quindi spinto coltivatori e produttori a piantare viti di Prosecco in ogni ettaro di terreno agricolo disponibile nella zona delle province di Trieste. Questo fenomeno ha avuto pesanti ripercussioni non solo in ambito naturalistico, come la perdita di biodiversità e disboscamento, ma ha influenzato anche la salute di migliaia di abitanti della zona. Le vigne infatti necessitano di periodici trattamenti fitosanitari, che consistono nell’irrorazione di pesticidi da parte di atomizzatori (trattori), i quali aumentano nelle stagioni più piovose.

Il problema si manifesta nel momento in cui la produzione di questa vite è talmente estesa da far insorgere piantagioni ovunque: vicino a scuole, asili e abitazioni. La frequente inalazione di pesticidi provoca problemi all’apparato respiratorio, ma non solo: i pesticidi infatti sono anche identificati come causa di tumori alle ovaie e leucemia. In più, l’emissione di pesticidi è talmente frequente e vasta da contagiare anche gli orti degli abitanti, che pur non usando diserbanti chimici per le loro coltivazioni si trovano a consumare prodotti infetti da questi ultimi.

I proprietari delle vigne dovrebbero attenersi a semplici regole, che purtroppo però raramente vengono rispettate, per far fronte alla sempre crescente richiesta di Prosecco in tutto il mondo.

Essi dovrebbero per esempio avvisare gli abitanti, in modo da permettere loro di organizzarsi, siccome durante le giornate di trattamenti gli viene reso impossibile svolgere attività quali stendere il bucato o passare tempo all’aria aperta. Dovrebbero inoltre evitare di svolgere trattamenti fitosanitari in presenza di vento, siccome esso sparge le nuvole di pesticidi su altri raccolti. Infine, gli atomizzatori non dovrebbero essere impiegati nei luoghi dove le piante sono a meno di sei metri dalla strada.

La diffusione del Prosecco in tutto il mondo ha senza dubbio procurato lavoro e dato prosperità, contribuendo a rinforzare sempre più la fama dei vini Italiani, e l’esportazione di questi ultimi. Ma la popolazione dovrebbe anche essere messa al corrente del fatto che questo successo viene costruito sulle spalle di abitanti costretti a barricarsi nelle loro abitazioni o abbandonarle del tutto, per non rischiare di compromettere la loro salute.

 

Benedetta Moja