Sono passati ormai 150 anni dalla scoperta della genetica da parte di Gregor Mendel. Genialità incompresa e costante sensazione di essere fuori tempo e fuori posto sono costanti della sua vita. Il destino, poi, ha fatto la sua parte impedendogli l’incontro con Darwin che avrebbe cambiato per sempre la vita del giovane scienziato.
Tuttavia, lo si riscopre nelle opere e nelle sue grandiose tracce scientifiche: ha inizio così un lungo lavoro di ricerca e scoperta della storia dell’essere umano e dei legami ereditari che conducono altri scienziati verso la scoperta del DNA. È una svolta di straordinaria rilevanza, grazie alla quale sono nate le terapie personalizzate e le cure della vera causa di una patologia.

E nonostante siano passati 150 anni, le leggi di Mendel sono tra le più attuali scoperte scientifiche, che hanno dato inizio a numerosi dibattiti, anche di natura etica, e scatenato le ambizioni più alte della comunità scientifica. Ecco perché il Palazzo delle Esposizioni di Roma ha organizzato l’esposizione “DNA. Il grande libro della vita da Mendel alla genomica”.
Con la collaborazione di diversi enti e comitati scientifici, il progetto espositivo si articola in sette sezioni. Grazie a un mix di linguaggi, il visitatore viene trasportato nella mostra di oltre 90 reperti originali, tra cui la vera pecora Dolly, il primo animale clonato, e la prima lastra a raggi X con l’incisione della struttura del DNA. Il tutto è corredato di pannelli esplicativi, materiale video, ricostruzioni e un allestimento interattivo. È, inoltre, disponibile anche la versione 2.0 di Mendel, una mostra multimediale fruibile tramite tablet e palmari.
Questo permette di attirare un pubblico differenziato: bambini, adulti e esperti in materia s’incontrano in un contesto famoso per le sue esposizioni di carattere scientifico. Il Palaexpo, infatti, ha già ospitato mostre con questo taglio: si ricordino “Darwin 1809-2009” e “Homo sapiens: La grande storia della diversità umana”. Grazie a queste, si è creata una sorta di tradizione che vede la mostra affiancata da una serie di eventi e conferenze di approfondimento per immergere completamente il visitatore nella scienza, nel passato e nel futuro.

Così come il DNA permette di tornare all’origine di tutto, la prima sezione dell’esposizione riavvolge il nastro del tempo e fa tornare il visitatore in quel piccolo villaggio della Repubblica Ceca per delineare il profilo umano di Gregor Mendel. Dalla seconda ha inizio una miscela tra storia e scienza per capire lo sviluppo delle teorie mendeliane sulla nascita della genetica. Seguono, poi, degli intrecci con i possibili futuri, sviluppi papabili di queste scoperte: dalla pecora Dolly alla medicina personalizzata, fino al rapporto tra il genoma e l’ambiente circostante.
Telmo Pievani, filosofo e storico della biologia all’Università di Padova, in proposito afferma:
L’esposizione, disponibile fino al 18 giugno, affronta la storia del DNA e della genomica in ottica critica, per creare consapevolezza etica e sollevare alcune domande, per rendere tangibile qualcosa che si può solo avvertire.