Ciò di cui i presidenti Barack Obama e Vladimir Putin stavano discutendo durante il G20 all’inizio di questa settimana probabilmente rimarrà un segreto per qualche tempo.
Ma è possibile che i due stessero parlando di una missione congiunta su Venere?
Secondo quanto riporta Spaceflight Now, infatti, la NASA avrebbe ripreso discussioni nel mese di ottobre con la Russia su una possibile collaborazione verso la fine del 2020.
L’annessione della Crimea aveva poi messo la potenziale impresa in stand-by, anche se la cooperazione con la Stazione Spaziale Internazionale non si è mai interrotta.
Finora, la NASA si è impegnata solo per uno studio di fattibilità della durata di un anno, che culminerà in un rapporto per gli alti funzionari della NASA e nella sede di Mosca dello Space Research Institute (IKI). Da lì, i funzionari dovranno decidere se perseguire una missione cooperativa su Venere, come affermato lo scorso 27 ottobre durante una riunione di Venus Exploration Analysis Group a Washington da Rob Landis, un dirigente del programma della NASA.
Il “joint science definition team” si è riunito a Mosca dal 5 all’8 ottobre, e gli scienziati hanno pianificato due incontri in Russia per il prossimo anno.
Gli scienziati dell’IKI russo vedono la sonda Venera-D perfetta per la possibilità di orbitare ed atterrare sul pianeta più vicino alla Terra. La NASA e l’IKI stanno anche esaminando se la missione possa ospitare un palloncino che potrebbe prendere misurazioni del vento e del clima, misurando l’atmosfera rovente di Venere.
La Russia ha un passato storico con Venere, mentre per gli Stati Uniti questo studio di fattibilità si presenta come una nuova distrazione dal primo amore americano: Marte.
Dopo nove tentativi falliti a lanciare sonde su Venere a partire dal 1961, la sonda Venera 7 era atterrata con successo sul pianeta nel 1970. Anche le successive sonde Venera 8, 9, e 10 sono sbarcate in modo sicuro, con la numero 9 che ha fornito le prime foto della superficie venusiana.
Con la missione Venera-D, la cui pianificazione è stata iniziata dalla Russia nel 2004, il Paese aspira a far atterrare sulla superficie del pianeta Venere un veicolo spaziale più durevole, che possa resistere a un ambiente che ostile. La “D” nel nome della missione sta per “dolgozhivushaya”, che significa “di lunga durata”. La temperatura media della superficie di Venere si aggira attorno agli 860 gradi Fahrenheit, e la pressione di superficie è di 92 volte quella che è sulla terra.
Attraverso la collaborazione con la NASA, la Russia spera di dividere l’onere dei costi. L’agenzia spaziale americana, da parte sua, ha individuato gli obiettivi di ricerca che l’orbita e l’eventuale atterraggio della sonda possono puntare. Il gruppo di analisi dell’agenzia ha affermato che l’obiettivo principale è quello di capire perchè e come il pianeta Venere si discosti in modo così drammatico dalla vicina Terra, e in relazione a ciò, comprendere ulteriormente la formazione, l’evoluzione e la storia del clima su Venere.
“Abbiamo fatto molti progressi”, ha detto David Senske, uno scienziato del Jet Propulsion Laboratory della NASA. “Abbiamo sentito parlare molto di quello che avevano in mente. Ci è stato detto che questo è un tentativo IKI / Roscosmos, quindi loro saranno al comando”.