Intendiamoci. La vera notizia di Sanremo, che quest’anno ha lasciato spazio alle polemiche più sterili degli ultimi decenni, alias gli abiti delle vallette e le battute infelici sui sovrappeso, è finalmente stata quella dei vincitori. Non lustrini, non frasi a metà, non ospiti super pagati. Peccato, perché se i giorni successivi alla chiusura potevano essere dedicati alle analisi metalinguistiche o alla sociologia da quattro soldi post kermesse ligure, quest’anno ci si dedicherà a parlare di cantanti e canzoni. A vincere il Festival è stato infatti Il Volo, un gruppo nato professionalmente nel programma di Antonella Clerici, Ti lascio una canzone.
E dove sarebbe la notizia? Semplice, che il vincitore (in questo caso i vincitori) hanno già in tasca il sicuro insuccesso. Nessuno ha infatti compreso che in Italia coloro che per loro fortuna finiscono con l’avere prima successo all’estero, quando tornano in Italia è per una richiesta di aiuto.
Spento infatti il successo clamoroso, tanto da arrivare a firmare un contratto con una casa discografica americana, la Geffen, e finire in top 10 nella classifica di Billboard, per loro è cominciata la lenta discesa verso un meteorismo musicale di sicura riuscita. Un album che venderà poche migliaia di copie, qualche fugace esibizione in qualche prima serata del servizio pubblico e le porte degli Stati Uniti che pian piano si chiuderanno. L’America non perdona, soprattutto chi decide di ripartire musicalmente dal proprio paese d’origine. Ci hanno provato i grandi gruppi pop britannici, durati giusto il tempo di qualche album. Figuriamoci un gruppo che vince la manifestazione canora più vecchia della storia. Riempita, anzi, ormonata da ex spiaggiati dei talent show in cerca di una nuova sopravvivenza. Ma oggi il successo di questo gruppo di ragazzi nelle prime pagine della stampa viene osannato a colpi di scopriamo chi sono questi ragazzi. Il problema purtroppo, è che già tutti sanno di chi e cosa stiamo parlando. E già da tempo tutto ciò non interessava a niente e nessuno. Ma questo è il grande gioco e il magnifico circo del Festival. Perché in fondo, Sanremo è sempre Sanremo.