Vi siete mai chiesti perché alcune tragedie ci colpiscano più di altre? Perché la morte e la sofferenza provocata da alcune guerre sconvolga le nostre coscienze in maniera più viscerale rispetto ad altri conflitti? La Siria, teatro di una sanguinosa guerra dal 2011, è entrata nelle nostre conversazioni quotidiane. Il continuo afflusso di profughi in fuga da Aleppo e Damasco ha fatto rizzare le orecchie all’Unione Europea, ritrovatasi con l’urgenza di gestire e limitare l’enorme volume di siriani in fuga dalla guerra e di trovare una soluzione per il disastroso conflitto.
Sarà che i profughi prediligano l’Europa come via di fuga, sarà che la questione immigrazione sia sempre stata di profondo interesse per gli Stati interessi, eppure mai come in questi anni la questione dei profughi siriani è risalita in cima all’agenda dell’Unione. Un’azione, direte voi, giustificata dall‘enorme crisi umanitaria a seguito dei quattro anni di guerra civili e dell’avanzata dell’Isis sul territorio siriano. Eppure, come dicevo, ci sono guerra che colpiscono più di altre.