Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una rivoluzione nel mondo enogastronomico, soprattutto per quando riguarda l’approccio al mondo del food e la sua distribuzione.
L’esempio più rilevante in questo senso è senza dubbio Eataly: Oscar Farinetti ha innovato il settore della grande distribuzione italiana puntando su prodotti di qualità che esaltino le peculiarità del nostro paese dal punto di vista agroalimentare, sia in Italia che nel mondo.
Questo non è però l’unico esempio di genio imprenditoriale nel settore.
Sandro Veronesi, patron del gruppo Calzedonia, nel 2012 decide di diversificare il business anche nel settore food&wine, desiderando creare un modo nuovo e diverso di vendere il vino.
La peculiarità del settore enologico è sempre stata la perenne incertezza sui prezzi delle bottiglie: un’etichetta ha valori diversi se comprata in cantina, enoteca, ristorante o wine bar, con rincari che variano anche considerevolmente. Il consumatore, ancor più se non attento conoscitore della materia, si trova confuso e in difficoltà al momento di scegliere un vino da abbinare al proprio pasto.
Veronesi decide quindi di lanciare un nuovo format, partendo da Vallese d’Oppeano (in provincia di Verona, quartier generale della società), e da Milano, in piazza Duomo: nasce così Signorvino, catena innovativa che coniuga wine-store, ristorazione, wine-bar, organizzazione eventi e corsi di enologia. Il format ideato da Veronesi si differenzia dalle enoteche per i prezzi più accessibili e il personale giovane e informato, dal classico ristorante perché la cucina fa da accessorio e supporto al vino e non viceversa.
Gli store sono tutti collocati in zone centrali e strategiche e suddivisi in tre zone: una dedicata alla vendita take away delle bottiglie, una dedicata al wine bar e alla mescita e uno spazio per la ristorazione, dove si possono assaggiare piatti semplici e regionali accompagnati da vino al bicchiere o in bottiglia, che non subisce maggiorazioni rispetto al prezzo sullo scaffale, nemmeno a cena. Il menù è lo stesso per tutti i negozi e ruota ogni tre o quattro mesi come anche i vini proposti. Ad ogni piatto in carta troverete abbinato uno di questi vini, a riprova che le proposte food sono studiate in base alle bottiglie in mescita. In un locale Signorvino il cibo ruota attorno al vino e ne esalta le qualità. Il menù viene studiato in modo da privilegiare le materie prime del territorio nella loro semplicità ed è gestito a livello nazionale in termini di ricerca dei fornitori e di creazione dei piatti.
Vengono offerti 25 vini al calice tra bianchi, rossi, rosati e bollicine mentre la proposta food è strutturata in assaggi veloci, sia come aperitivo per il wine bar che starters per la zona ristorante, selezioni di salumi e formaggi, proposte di pasta e di secondi di carne e pesce, selezione di insalate e prodotti di latteria.
Ogni store vanta 1500 referenze di vino, tutte rigorosamente italiane e a prezzi competitivi grazie all’assenza di intermediari tra lo scaffale e le vigne. Michele Rimpici, il managing director, si rifornisce da più di un centinaio di cantine, e avendo la possibilità di selezionare in prima persona in tutta Italia, riesce anche a scovare vere e proprie ‘chicche’ che avrebbero poca possibilità di trovare distribuzione adeguata. L’offerta è quindi molto segmentata, copre tutte le regioni e si articola in marchi noti, etichette in esclusiva e vini di ricerca prodotti da piccole aziende, tra cui anche biologici, biodinamici e top wine ricercati.
Tutti i negozi hanno in commercio le etichette dei brand importanti, ma ogni negozio è poi caratterizzato da un assortimento ad hoc dedicato al proprio territorio. I prezzi a bottiglia variano dai 5 agli oltre 3000 Euro e nel caso un cliente desideri assaggiare il prodotto prima dell’acquisto sono a disposizione i sistemi di spillatura enomatic e coravin, un ago che penetra il tappo di sughero in modo da riuscire a spillare del vino senza aprire la bottiglia e senza che il contatto con l’aria ne rovini il contenuto. Nell’ultimo periodo questi sistemi vengono utilizzati per assaggi al bicchiere di bottiglie di medio calibro o su selezioni di vini importanti come l’Amarone.
Il sistema distributivo a vendita diretta utilizza i sistemi gestionali già adottati dagli altri marchi del gruppo Calzedonia. Un magazzino centrale in provincia di Verona riunisce gli acquisti e li distribuisce nei punti vendita con un servizio automatico di rifornimento.
Il personale dei negozi si occupa quindi solo dell’assistenza al cliente, della vendita, dell’andamento delle varie promozioni, dei focus mensili e delle varie etichette in generale. I dipendenti selezionati sono giovani e affabili, devono mettere a proprio agio il cliente e riuscire ad avvicinare al prodotto anche chi è meno preparato in materia.
L’azienda cura internamente la formazione, che consiste in vere e proprie lezioni per apprendere la gestione di ordini, personale, cucina e vendita del vino e in un periodo di apprendimento in store nei negozi di Milano e Verona. Vengono inoltre organizzati corsi per il personale che trattano sia di nozioni base dell’enogastronomia come anche di argomenti più specifici e approfonditi della materia.
Gli eventi organizzati non si fermano a quelli interni rivolti al gruppo intento ai lavori, ma spesso hanno luogo degustazioni con il produttore, che presenta i suoi vini supportato dal personale, masterclass e winemaker dinners con un menù selezionato ad hoc per promuovere i vini presentati.
Il format vanta ad oggi 15 punti vendita nel Nord Italia e gli obiettivi per il prossimo anno saranno implementare la presenza sul territorio nel Centro-Sud con la formula del franchising, oltre che consolidare la propria presenza nel settentrione.
I punti di forza di Signorvino?
Le 1500 etichette vendute a prezzi competitivi grazie al contatto diretto con le aziende, il sistema distributivo basato sulla vendita diretta e gestito in modo automatico dal magazzino centrale, un puntuale sistema di formazione interna e un’offerta food gestita a livello nazionale che nella sua semplicità e ricercatezza della materia prima esalta l’offerta di vino.
Chiara Sartorelli