Dopo il concerto tenuto lo scorso 23 febbraio all’Arci Biko di Milano, fatto di melodie limpide, voce accattivante e sonorità acustiche/pop, Lewis Watson torna a far parlare di sé con Midnight, nuovo album nato dal contratto con l’etichetta indipendente Cooking Vinyl, da oggi (3 marzo 2017) in tutti i negozi e online store italiani. Abbiamo avuto la possibilità di parlare con il cantautore 24enne di Oxford per conoscere meglio le sue origini, la sua storia e il suo sound.
Tutto è cominciato dal tuo canale Youtube HolyLoowis: hai iniziato pubblicando delle cover, in un secondo momento hai invece deciso di postare canzoni scritte da te. Qual è stato il punto di svolta?
“Scrivo da sempre canzoni, ero semplicemente troppo spaventato per caricarle su Youtube sin dall’inizio. Voglio essere onesto: inizialmente non davo molta importanza a cosa gli altri pensassero della mia musica e delle mie cover, ho iniziato a caricare video semplicemente per cercare di imparare a suonare la chitarra. Quando poi ho scoperto che c’erano delle persone che realmente guardavano i miei video, sono quasi arrivato al punto di cancellare il mio canale, tanta era la vergogna. E, pensandoci oggi, sono contento di non averlo fatto! Quando poi ho visto che i feedback erano positivi, ho continuato a postare cover. A un certo punto, sono stati proprio gli utenti a richiedere original songs: è partito tutto da lì”.
Dopo aver pubblicato It’s Got Four Sad Songs on It BTW, sono arrivati altri quattro EP: Another Four Sad Songs, The Wild, Four More Songs e Some Songs With Some Friends. Hai aperto il tour australiano di Birdy e registrato canzoni con artisti del calibro di Gabrielle Alpin e Hudson Taylor. Com’è stato lavorare e suonare in giro per il mondo nonostante la tua giovane età?
“È stato un sogno. Ancora non riesco a credere che mi sia stata data un’opportunità cosi grande. Sì, ho lavorato per tutto questo, ma ammetto anche di essere un ragazzo molto fortunato”.
Poi, finalmente, il tuo album di debutto: The Morning. Chi o cosa ti ha ispirato nella realizzazione di quest’album? Quali i sentimenti che si nascondono dietro ai diversi brani?
“Ho scritto quest’album cercando di raccontare il mio passato. Qualche pezzo parla di una brutta rottura, altri riguardano la mia infanzia, i miei amici e la mia crescita. Cerco di trarre ispirazione da tutto ciò che mi circonda, compresi gli alti e bassi della vita”.
Dopo un contratto con Warner Music, hai firmato per Cooking Vinyl, un’etichetta indipendente. Quali le differenze tra una piccola e una grande casa discografica?
“Non voglio mettere il cattiva luce la Warner o altri grandi etichette perchè lavorano per artisti famosi, oggi tra i più grandi nel mercato. Semplicemente la grande casa discografica non fa per me, sentivo che la mia carriera non stava procedendo nel verso gusto. Lavorare con Cooking Vinyl è diverso, completamente diverso. Mi aiutano a trasformare cattive idee in buone, buone idee in migliori, proponendomi anche eventuali loro progetti. È una vera e propria partnership. Le sonorità e la scelta musicale è lasciata completamente a me”.
Cosa ci possiamo aspettare dal tuo nuovo album Midnight?
“Un approccio maturo, sia nel sound, sia nella scrittura dei brani. Sono cresciuto, così come la mia musica. Ci sono alti e bassi in questo album, dai brani ritmati alle ballate. Ci sono canzoni che sono state registrate in un giorno, altre invece che sono state perfezionate grazie a due settimane di lavoro. Vado fiero di questo album e non vedo l’ora di farlo ascoltare a tutti”.
Ci sono band o artisti da cui trai spirazione?
“Per questo album, Bon Iver, Death Cab For Cutie e Bombay Bicycle Club hanno avuto una grande influenza”.
Quale la tua canzone preferita di sempre?
“Non ho una canzone preferita in generale. Per adesso, mi ritrovo spesso ad ascoltare Brothers on a Hotel Bed dei Death Cab for Cutie”.
Quali le speranze e i progetti per il futuro?
“Cercare di portare il mio album in giro per il mondo con un tour, continuare a raccontare storie e fare musica. E ovviamente, registrare il mio quarto album, poi il quinto, e così via..”
Hai dei suggerimenti o dei consigli che vuoi dare a tutti i giovani cantautori come te?
“Perseverare. Lo so, suona come un cliché, ma se si vuole migliorare, occorre pratica. Non solo nella musica, ma anche nel calcio, nell’arte, nel canto, qualunque disciplina, bisogna allentarsi. E, cosa molto importante, mai lasciare incompiuto un lavoro: finite sempre di scrivere i vostri pezzi. Se poi non vi piacciano, non vi preoccupate, potete sempre riadattarli con altri sound, provare altre demo e ricominciare di nuovo da capo”.