Questa la prospettiva di Jeffrey Frankel, professore di Economics alla Harvard Kennedy School of Government e membro del Business Cycle Dating Committee, la commissione del National Bureau of Economic Research (NBER) a cui il governo statunitense affida solitamente il compito di definire le coordinate temporali dei periodi recessivi dell'economia nazionale. Secondo Frankel, infatti, se i criteri adoperati per determinare l'inizio e la fine di una recessione in Europa fossero simili a quelli USA, "la nuova crisi in Italia sarebbe certamente da considerare una continuazione della sua recessione del 2012, e non una nuova".
Dando uno sguardo ai dati risulta evidente come l'output nel Bel Paese sia in rallentamento sin dallo scoppio della crisi globale del 2008, e come la ripresa del 2010-2011 - per tanti il segno inequivocabile di una prossima "fine della crisi" - non fosse sufficiente per decretare la conclusione del ciclo recessivo (vedi Figura 1).
Figura 1. PIL italiano in termini reali, 2007 (Q1) - 2014 (Q2)