Ecco Come Facebook Risponde alle Minacce sul Mercato

Negli ultimi periodi si è dibattuto a lungo sulle recenti strategie di Facebook nei confronti del social media rivale, Snapchat. Infatti, L’azienda di Zuckerberg ha deciso di introdurre su tutti i suoi social la possibilità di condividere per 24 ore le proprie Storie, tratto distintivo del social network di Spiegel.

Da qualche mese gli utenti posso così usufruire di Facebook Stories, Whatsapp Status e MessangerDay per postare i propri video e le proprie foto modificandole con filtri simpatici e originali. La qualità di queste funzioni è assai mediocre e nettamente inferiore a quelle di Snapchat, ma l’obiettivo di Zuckerberg è completamente differente. Egli infatti, con questa strategia offensiva ha trovato un modo per sottrarre quanti più utenti possibili al network rivale.

Secondo quanto ha spiegato l’azienda:

I dati parlano chiaro:

  • Snapchat ha 158 milioni di utenti medi giornalieri.
  • Facebook, invece, ha 1,2 miliardi di DAU. (Daily Average Users).·
  • Instagram ha 400 milioni di DAU.·
  • WhatsApp ha circa 840 milioni di utenti al giorno
Busness Insider
Business Insider.

Le statistiche riportano che il 10% degli utenti base di Snpachat (circa 16 milioni di utenti) corrispondo a solo 0,5% degli utenti giornalieri del gruppo di Facebook. Così Zuckerberg, per raggiungere il suo scopo, ha solamente bisogno che una minima percentuale di utenti usi le proprie storie per togliere così a Snapchat una corposa quota di utenza giornaliera. Per far ciò non servono quindi servizi di altissima qualità, infatti, già solo la copia del formato è sufficiente.

Il social di Menlo Park non è mai stato un concorrente facile e se lo ricorda bene Google quando ha annunciato il lancio di Google+, un nuovo social network con le potenzialità da poter minacciare il primato indiscusso di Facebook. Così Zuckerberg, per un’intera settimana ha sviluppato una strategia offensiva per riuscire a competere contro la nuova piattaforma social e per tutto il campus dilagava il motto latino: “Carthago Delenda est”. Il CEO ha interrogato persino l’ex dipendente Google Paul Adams che aveva contribuito al progetto come product designer, per avere informazioni sulle caratteristiche di Google+. Però il social media di Mountain View non ha mai raggiunto una diffusione virale ed è stato così scomposto in più applicazioni.

Ora è il turno di Snapchat ad essere annientato. Vedremo come sarà in grado di reagire Spiegel a queste minacce, specialmente ora che la sua società è stata quotata in borsa.