Grecia: il bailout si deciderà a Bratislava

Stando a quanto riporta l’agenzia di stampa Reuters, citando l’Handelsblatt Global e diplomatici dell’Unione Europea, l’eurozona non spenderà ulteriore denaro per il bailout della Grecia in seguito all’incontro di questo mese a Bratislava.

Secondo l’edizione online del quotidiano tedesco di economia, i sopra citati diplomatici hanno detto che Atene ha implementato solo due delle quindici riforme politiche considerate come condizioni necessarie per il bailout. Soprattutto, la Grecia é stata lenta nel privatizzare le risorse statali.

Come stabilito dall’accordo siglato l’anno scorso con i paesi della zona euro, la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale, il Meccanismo Europeo di Stabilità fornirà un’aiuto finanziario di massimo 86 miliardi di euro alla Grecia entro il 2018, in cambio delle riforme concordate.

La cancellazione del debito sarà garantita in quote, ed includerà misure sul breve termine per accrescere il debito della Grecia, con una riduzione ulteriore successiva al 2018, inclusiva di interessi passivi e interest rate cap.

L’Handesblatt Global ha affermato che l’Eurogruppo ha approvato una quota di 10,3 miliardi di euro per la Grecia a Maggio dal pacchetto complessivo. Una somma iniziale di 7,5 miliardi di euro é stata trasferita ad Atene, con il trasferimento della somma rimanente stabilito per l’autunno.

I diplomatici hanno detto che l’Eurogruppo non discuterà in merito ad un resoconto sul progresso della Grecia prima dell’incontro di Bratislava.

I commenti sono arrivati pochi giorni dopo che il presidente del bailout fund dell’eurozona, il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) ha affermato lo scorso Sabato che la Grecia potrà “presto”garantire misure a breve termine di cancellazione del debito se implementerà le rimanenti riforme stabilite nel suo programma di bailout.

Il New York Times, citando le misure prese dall’Eurogruppo a Maggio, si chiede cosa succederebbe se la Grecia lasciasse la zona euro: “all’apice della crisi del debito qualche anno fa, la preoccupazione di molti esperti era che i problemi della Grecia si potessero riversare sul resto del mondo. Se la Grecia avesse dichiarato bancarotta e fosse uscita dall’eurozona, dissero, ciò avrebbe potuto avere un impatto sulla finanza globale peggiori di quelli seguiti al collasso della Lehman Brothers”.

Ora, tuttavia, l’opinione prevalente é che in caso di una “Grexit” lo stato ellenico potrebbe raggiungere l’autonomia finanziaria senza danneggiare l’economia degli altri paesi europei, che negli ultimi anni hanno messo in piedi difese contro il cosiddetto contagio finanziario. “L’eurozona”, afferma il quotidiano statunitense, “starebbe meglio senza un paese che sembra aver costantemente bisogno dell’aiuto dei paesi ad esso vicini”.

L’attuale crisi dell’economia ellenica ha le sue radici nell’implosione di Wall Street otto anni fa; un anno dopo l’inizio della crisi, nel 2009, il governo greco annunciò che per anni aveva sottostimato le cifre del deficit; da un giorno all’altro, continua sempre il New York Times, “la Grecia non potè più chiedere prestiti nel mercato finanziario”, raggiungendo l’orlo della bancarotta nella primavera del 2010.

Il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Centrale Europea e la Commissione Europea emisero il primo dei due bailout internazionali per la Grecia, i quali raggiunsero la somma di 240 miliardi di euro.