L’informatica e la robotica stanno rivoluzionando a poco a poco tutta la nostra vita, entrando prepotentemente in tutti i campi e accelerando vorticosamente un progresso scientifico che trasforma ogni giorno le fantasie più fantascientifiche in realtà.
Meharan Anvari è un chirurgo come tanti dell’ospedale St Joseph di Hamilton, in Canada. Prima di una operazione si lava attentamente le mani, ripassa mentalmente la procedura da eseguire, per quanto ormai sia diventata per lui automatica per le centinaia di interventi affrontati in passato, e finalmente entra in sala operatoria pronto per il lavoro, iniziando l’incisura col bisturi… su un paziente sdraiato a più di 400km di distanza! Come? Miracolo della nuova telechirurgia.
La storia di questa nuova frontiera scientifica nasce in seno alla robotica, quando la tecnologia si è messa in testa di entrare nelle sale operatorie e riuscire sostituire a poco a poco anche il tanto famosi e temuti strumenti del mestiere. Il primo passo è stato fatto nel 2000 con il robot “Da Vinci” della Intuitive Surgical messo appunto da un team di ricercatori nella Silicon Valley. Da allora la tecnica si è sviluppata, trovando uso da piccoli interventi mini-invasivi fino all’impiego per interventi più complessi come la rimozione della prostata, la sostituzione di valvola cardiaca e, ultimamente, la rimozione di tumori al fegato e al pancreas.