“Inquinare Non è Mai Stato Così Costoso”: Le Catastrofi Naturali Inserite nel Costo Sociale della CO2

“La scienza ci dice che l’emissione dei gas serra sono un’esternalità – afferma Lord Nicholas Stern, economista britannico, autore dell’omonimo Rapporto Stern sui cambiamenti climatici (1) – in altre parole, le nostre emissioni influenzano le vite degli altri. Quando le persone non pagano per le conseguenze delle proprie azioni abbiamo un fallimento di mercato. Questo è il più grande fallimento di mercato che il mondo abbia mai visto. E’ un’esternalità che va oltre quelle del traffico o dell’inquinamento ordinario […] è globale; di lungo termine; comporta rischi ed incertezze; ed implica potenzialmente un grande ed irreversibile cambiamento.”

Ed è proprio la risoluzione di tale fallimento di mercato, ottenibile soltanto attraverso l’internalizzazione dei costi sociali dell’anidride carbonica, l’obiettivo assegnato alle moderne politiche in materia ambientale riguardanti il surriscaldamento globale – una su tutte, il Protocollo di Kyoto

In applicazione del trattato internazionale – e per mezzo dell’adozione di una carbon tax e del Emissions Trading System Europe – nel periodo 2008-2012, i paesi dell’area Ue15 si sono impegnati a ridurre complessivamente di almeno l’8 percento, rispetto ai livelli registrati nel 1990, l’emissione dei gas ad effetto serra. Stando al report Noi Italia dell’Istat, “nel 2011 – ultimi dati disponibili – la contrazione delle emissioni per il complesso dei paesi Ue15 è stata pari al -14,7 per cento; -5,8 per cento la variazione osservata in Italia, risultato non distante dall’obiettivo da conseguire entro il 2012”. Cifre incoraggianti, specialmente se si considera che sono ben “dieci i paesi dell’area Ue15 che mostrano livelli di emissioni in linea con gli obbiettivi di Kyoto: Regno Unito, Svezia, Grecia, Francia, Belgio, Irlanda, Portogallo, Germania, Finlandia e Paesi Bassi.” (vedi Grafico 1)

Grafico 1