Sicuramente ne avrete già sentito parlare. Lui si chiama Gabriele Del Grande ed è uno dei registi del film più discusso degli ultimi mesi: Io sto con la sposa. La pellicola, presentata in anteprima fuori concorso nella sezione “Orizzonti” della 71esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia il 4 settembre scorso, affronta il delicato tema dell’immigrazione clandestina, attraverso le vicende di un poeta siriano e un giornalista italiano che aiutano cinque profughi siriani e palestinesi, arrivati a Milano, a raggiungere la Svezia. L’idea, per non destare il sospetto delle autorità, è quella di inscenare un finto matrimonio (“nessuno oserebbe mai fermare un corteo nuziale”). Durante il viaggio, ripreso in questo emozionante film documentario, i protagonisti, attraversando Francia, Lussemburgo, Germania e Danimarca, raccontano le loro storie e le loro esperienze, toccando le corde emozionali dello spettatore, con il sogno di un mondo senza più guerre e nè frontiere. Noi di Smartweek siamo riusciti a intervistare Gabriele Del Grande, uno dei registi e dei protagonisti del film, nonché giornalista esperto in tema di immigrazione clandestina, come dimostra il suo blog Fortress Europe, la più grande attività di monitoraggio del fenomeno realizzata su scala europea.
Gabriele, com’è nato questo interesse per un tema così delicato come la clandestinità?
Nel 2006, quando lavoravo come free lance presso la testata Redattore Sociale, proposi un pezzo che riportava una stima delle morti causate dall’immigrazione nel canale di Sicilia. Da allora, a causa dei continui naufragi di imbarcazioni che portavano clandestini nel nostro Paese, quel pezzo venne aggiornato con continuità, passando dall’essere un semplice articolo a una vera e propria raccolta aggiornata delle disgrazie che colpiscono persone piene di speranza a un passo dal nostro Paese. Per condividere il lavoro, ho pensato di trasferirlo su internet nel modo più economico possibile, ovvero un blog.