Era il 1985 quando per la prima volta l’Italia piantò la propria bandiera nel continente di ghiaccio, l’Antartide.
Con il neonato PNRA, Programma Nazionale di Ricerca in Antartide, l’Italia iniziava le proprie ricerche su quelle distese ghiacciate così misteriose e allo stesso tempo così affascinanti.
La totale assenza di una popolazione che lo abita e la lontananza dalle fonti di inquinamento rendono l’Antartide un luogo perfetto per analizzare i cambiamenti climatici e per studiare più attentamente due aspetti importanti per il futuro dell’ambiente: le modifiche dello strato di ozono e l’effetto serra.
L’Italia si affaccia su questo nuovo mondo a metà degli anni ’80, molto in ritardo rispetto alle principali potenze mondiali, se pensiamo che la Gran Bretagna ha incominciato le sue esplorazioni nel 1925 e l’ultima tra le potenze europee è la Germania che ha iniziato le sue attività in Antartide nel 1976.
Come vediamo dalla tabella l’Italia è la quartultima ad iniziare le proprie ricerche dietro solo a Spagna, Finlandia e Corea.