Smartweek Racconta Arianna Huffington, la Signora dell’Informazione Digitale

Arianna Huffington

Arianna Huffington è una donna brillante, caparbia, ricordata soprattutto per la fondazione del blog giornalistico che porta il suo nome: The Huffington Post. Tuttavia, dietro il suo impero mediatico si nasconde una globetrotter forte, determinata e appassionata. Non c’è da stupirsi quindi se il Time l’ha nominata per due volte, rispettivamente nel 2006 e nel 2011, tra le 100 persone più influenti d’America.

Nata nel 1950 ad Atene, Arianna Stassinopoulos (questo il suo vero nome) è figlia di un oppositore del regime nazista sopravvissuto ai campi di concentramento della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1969 si trasferisce in Inghilterra per frequentare la prestigiosa Università di Cambridge, dove diventa la terza donna a guidare la società di dibattito universitaria.

I primi successi nonostante le difficoltà

Le sue incredibili doti oratorie si fanno parola scritta nel 1973, quando pubblica il suo primo libro The Female Woman. Conquista immediatamente il favore della comunità femminista grazie alle sue teorie sulla donna in carriera, libera di avere successo nel lavoro e nella vita privata. Scalate le classifiche dei bestseller, la promessa greca della letteratura si trasferisce a New York nel 1980: la sua mente brillante si fa notare da subito e calca il palcoscenico della società intellettuale e politica. La reputazione di “seduttrice intellettuale” le apre le porte verso il mondo dei media e della politica.

Siamo al 1986, quando la Stassinopoulos diventa ufficialmente Huffington grazie al matrimonio con Michael, figlio del magnate del gas naturale. Nello stesso anno il terzo trasferimento nella capitale, Washington DC, dove il marito diventa Assistente Deputato del Segretario alla Difesa e la moglie ammalia il pubblico con una splendida biografia del pittore Picasso. Quattro anni più tardi si sposta a Santa Barbara, in California, per seguire la carriera del marito che conquista un seggio nella U.S. House of Representatives (uno dei rami del Congresso americano).

Dopo la sconfitta del marito alle elezioni per il Senato degli USA, Arianna Huffington avvia la sua carriera giornalistica con una rubrica su un giornale politico a tiratura nazionale. Il biennio 1996-1997 per lei si rivela molto doloroso: prima il divorzio dal Michael Huffington, poi la presa di distanza dal partito conservatore, poco incline a trovare una soluzione per la povertà americana.

arianna huffington giovane

L’era del blog

Se c’è una cosa che appartiene alla personalità di Arianna Huffington è proprio la resilienza, il saper affrontare qualsiasi difficoltà a testa alta e sfruttarla in grande occasione. La sua rinascita arriva tempestivamente nel 1998, con il lancio del suo sito web personale ariannaonline.com, nel quale produce informazione sugli eventi quotidiani: per migliorare l’aspetto del blog assume l’artista Andrew Breitbart (il tanto chiacchierato fondatore di Breitbart News, sito di informazione americano di estrema destra).

Da allora il blog diventa la nuova frontiera dell’informazione, grazie al contributo di opinioni e articoli di diversi cittadini e scrittori. Il giornalismo subisce profonde mutazioni nel sistema e si gettano le basi per l’attuale scenario editoriale. Arianna Huffington fiuta l’opportunità e cavalca l’onda di una nuova era dell’informazione. Il suo talento innato e l’esperienza trentennale fanno di lei la persona che nel 2004 lancia sul mercato il famoso blog The Huffington Post.

A differenza del precedente sito web, le circostanze che hanno portato alla nascita del nuovo aggregatore di notizie e opinioni sono particolari. Durante la rielezione dell’allora presidente Bush, il salotto della Huffington nella casa di Brentwood raccoglie un gruppo di amici per discutere sulle competenze del partito conservatore nella promozione del programma attraverso i media.

In questo convivio emerge una profonda disconnessione culturale: mentre il giornalismo stava progressivamente diventando digitale, i personaggi della scena politica e intellettuale non avevano ancora approcciato le nuove tecnologie. Ecco che Arianna Huffington e Kenneth Lerer, ex executive del provider AOL, definiscono la missione dell’attuale Huffington Post.

Inizialmente viene concepito come una versione progressista del giornale di destra Drudge Report, ma con importanti differenze: la principale è l’idea di sfruttare l’enorme network di Internet per connettere tutte le persone che vogliono partecipare alla discussione digitale. Si propone, quindi, sul mercato come un ibrido tra i media tradizionali e i nuovi, tra la precisione della “vecchia scuola” e la semplicità della nuova generazione.

Quella sera, dal salotto di Brentwood, Arianna Huffington da vita a quello che nel giro di qualche anno diventerà un impero multimediale da milioni di visitatori. La popolarità della stella greco-americana è il certificato di garanzia di qualità per il neonato blog: grazie alla sua reputazione e alle conoscenze riesce ad assumere 500 blogger di alto profilo.

Fonte: Vanity Fair
Fonte: Vanity Fair

2005-2009: è tempo di crescere

Dal 2005 al 2009 l’HuffPost cresce a dismisura, iniziando a produrre nuove storie dalla redazione interna. In seguito alle elezioni presidenziali del 2008, i 13 mila reporter coinvolti sono impegnati nell’iniziativa di giornalismo cittadino “Eyes & Ears”. L’anno successivo si orienta verso il giornalismo investigativo con HuffPost Investigative Fund, un’iniziativa non profit.

A questo punto, è chiaro che il raggio d’azione si amplia e l’Huffington Post si trasforma in un vero e proprio quotidiano digitale, raddoppiando il numero di visitatori in poco più di un anno. Come è facile intuire, un periodico digitale o cartaceo non può sopravvivere senza introiti finanziari da parte della pubblicità: il primo banner viene venduto nel 2006 e alla fine del 2008 i ricavi dalla pubblicità rappresentano il 70% del fatturato totale.

La pubblicità nell’Huffington Post

La crisi finanziaria del 2007 colpisce duramente anche il settore dell’advertising: i prezzi crollano e l’avvento dei social network aumenta la pressione verso le agenzie pubblicitarie. Perciò, il venture capitalist dell’HuffPos, Eric Hippeau interviene:

Inizia così l’approccio dell’Huffington Post verso un targeting dei banner per permettere ai clienti di raggiungere il proprio pubblico con maggiore efficacia.

Come afferma Arianna Huffington,

huffigton 2
Il posizionamento strategico

Il 2010 è un altro anno cruciale per la redazione: si devono ridelineare alcune strategie di mercato in linea con la crescita dirompente dei social network. È qui che si gioca una delle sfide più importanti: l’Huffington Post rischia di perdere un’identità costruita dal lancio del sito per assecondare le richieste del mercato.

Tuttavia, Arianna Huffington, forte della sua personalità, rimane fedele al progetto iniziale: da un lato, la testata rafforza ulteriormente il suo senso di community con un maggior numero di contenuti prodotti con la collaborazione dei blogger; dall’altro, il pubblico di lettori viene coinvolto progressivamente nei contenuti con le sue opinioni e reazioni alle notizie.

Arianna Huffington afferma:

 

La vendita, le dimissioni e una nuova avventura

L’anno successivo vende la testata ad AOL per 315 milioni di dollari: la Huffington resta presidente e redattore capo del nuovo gruppo, che integra i contenuti delle due aziende. A seguito della fusione, Arianna Huffington viene citata in giudizio dai suoi blogger, che la accusano di non hanno ricevuto alcuna remunerazione dalla vendita. La presidentessa esce vincitrice dalla causa perché il modello di business non prevede un contributo monetario per gli autori, ma solo visibilità.

Gli ultimi anni hanno visto l’espansione dell’Huffington Post in 14 Paesi, oltre che le inevitabili dimissioni della sua fondatrice in seguito alle numerose discussioni sul suo ruolo.

Attualmente, all’età di 66 anni, ha avviato Thrive Global, che lo stesso Huffington Post ha definito la nuova iniziativa innovatrice di Arianna Huffington, una società che intende rivoluzionare il modo in cui lavoriamo e viviamo, offrendo alle imprese e alle persone soluzioni a base scientifica per abbassare i livelli di stress ed esaurimento e per favorire il benessere e la produttività. Una decisione sorprendente, che ha rilanciato il suo nome nell’attuale scenario imprenditoriale.

Arianna Huffington, una donna forte che recentemente, nel lanciare un appello a tutto il pubblico femminile, spesso considerato troppo emotivo e fragile, ha dichiarato il segreto del suo successo: “Tutto quello che mi è successo nella vita è avvenuto perché un uomo non ha voluto sposarmi” (riferito a Bernard Levin, critico letterario, ndr).