Smartweek Racconta Shonda Rhimes, Sceneggiatrice Insicura e Rivoluzionaria

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La sua progressiva conquista dei palinsesti mondiali è iniziata oltre dieci anni fa con il medical drama Grey’s Anatomy. Da allora, Shonda Rhimes è regina indiscussa delle prime serate, con i suoi colpi di scena da cardiopalma, i suoi dialoghi talmente veri che ogni spettatore ci si può riconoscere.

Un inizio difficile

È la più giovane di sei figli, nata nella Chicago del 1970 da genitori accademici: suo padre è coordinatore dell’università, mentre la madre è un’insegnante. Cresce nella zona residenziale del campus universitario e viene cresciuta con un’educazione molto ancorata alla religione. Le profonde conoscenze delle dinamiche cinematografiche e l’approfondimento del suo talento di storyteller (lett. narratore, ndr) arrivano con il master in belle arti presso la scuola di cinema e televisione della University of Southern California.

Nonostante il precoce talento, Shonda Rhimes incontra molte difficoltà nell’inserimento al mondo del cinema. Perciò si dedica temporaneamente ad altri lavori: prima nel settore pubblicitario, poi come consulente in un job center per aiutare persone malate e senzatetto. La sua carriera nel cinema e nella televisione inizia nel 1997, quando debutta con il film Blossoms and Veils.

Il successo arriva appunto con la scrittura del copione del film Blossoms and Veils per la HBO, emittente televisiva statunitense, che ottiene un successo incredibile di incassi.

Il successo e Shondaland

A quel punto gli ingaggi iniziano a fioccare, fino a culminare nel 2005 con la fondazione della sua casa di produzione, Shondaland. È con questa che debutta in televisione nello stesso anno con la sua serie tv Grey’s Anatomy, che vince il Golden Globe nel 2007 come miglior medical drama. Contemporaneamente si dedica alla sceneggiatura di Private Practice, spin off della storia di Grey’s Anatomy.

shondalandDal 2011 è un costante crescere di capolavori televisivi, da Scandal a Le regole del delitto perfetto, fino a occupare l’intera programmazione serale del giovedì con il suo TGIT, acronimo di Thank God It’s Thursday (lett. Grazie a Dio è Giovedì, ndr).

Ma questa è la parte facile, lo strato più visibile di Shonda Rhimes, quello da tappeto rosso e numerosi premi. Questa è la sceneggiatrice da 588 episodi tradotti in 67 lingue, un budget da 350 milioni di dollari; questa è la mente geniale che ha lanciato il sequel del capolavoro shakespeariano Romeo e Giulietta.

Donna prima che sceneggiatrice

Sotto questi numeri da capogiro e il cuore pulsante sulle montagne russe di Shondaland, c’è una donna che ha paura di parlare in pubblico e ha conosciuto la serenità e la fiducia in se stessa con il tempo, una volta diventata grande.

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Sotto i premi e le prime serate, c’è una donna fragile, tanto fiera di sentirsi donna da mostrare nel suo lavoro tutte le sfumature del genere femminile che molto spesso rimangono oscure. Vuoi per pregiudizi, vuoi per necessità professionali, Shonda Rhimes ha capito che le donne attuali hanno paura di mostrarsi per come sono, nascondono quei lati della personalità che le rendono uniche. E lei è diventata abbastanza forte per tutte da trasportare ogni sfaccettatura del carattere femminile nei suoi personaggi. Le protagoniste delle sue serie tv affrontano l’impossibile, cadono, si rialzano, sono le più vere mai viste nel piccolo schermo. E forse è anche questo il motivo del suo successo: dietro ogni catastrofe, ogni storia d’amore ci sono delle donne che non si fanno intimorire né dai loro sentimenti né dal naturale evolversi della vita.

Come afferma la stessa Shonda Rhimes:

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Sotto il successo e Shondaland, c’è una donna fiera del suo lavoro, ma soprattutto orgogliosa della sua maternità. Le sue tre figlie sono le persone che più l’hanno cambiata: due adottate, Harper ed Emerson, la terza arrivata grazie a una gravidanza surrogata, Beckett. Nonostante si possa pensare che siano le prime fan delle serie tv della madre, a loro è proibito vederle a causa della giovane età. D’altronde,

Sogno americano e rivoluzione culturale

Insomma, Shonda Rhimes rappresenta il sogno americano in versione femminile, che si è costruita sulle sue idee senza rinunciare alla vita privata. È una donna nera, forte, ma anche vulnerabile: la sua paura di parlare in pubblico è solo la prima. Le interviste? Non le piacciono, così come le apparizioni sul tappeto rosso.

Tuttavia, è riuscita ad affrontare tutte le sue insicurezze nel 2015, quando ha raccontato se stessa in un libroL’anno del sì. Non avere paura, vivi con gioia e diventa la tua persona”. Attraverso un monologo interiore in perfetto stile Meredith Grey (protagonista di Grey’s Anatomy, ndr), Shonda Rhimes racconta la sua profonda insoddisfazione e di come l’ha curata: ha iniziato a dire sì. Dalla dieta alle relazioni personali, la sua vita è cambiata grazie a una piccola sillaba, che è anche uno stile di vita.

shonda e cast

Shonda Rhimes è la reincarnazione di una rivoluzione culturale che il mondo non vuole affrontare per paura: l’integrazione. Come afferma la sceneggiatrice: