Da quasi un anno si parla di una possibile fusione tra il terzo e il quarto operatore telefonico del nostro paese, rispettivamente Wind, controllata dalla russa Vimpelcom, e Tre Italia, proprietà della cinese Hutchinson. Finalmente, dopo le “trattative più lunghe della storia delle telecomunicazioni”, poche ore fa è stata annunciata l’operazione; questo “matrimonio” darà origine al primo operatore italiano di telefonia e il quarto in Europa, con circa 31 milioni di clienti di telefonia mobile e con a capo Maximo Ibarra, CEO di Wind (in foto). Il controllo della nuova entità sarà distribuito equamente tra Wind e Tre Italia, ciascuna con il 50%, così come le nomine al CDA, che sarà composto da tre consiglierei di nomina Hutchinson e 3 Vimplecom. Sarà Dina Rievera, COO di 3 Italia, a guidare il processo di integrazione della fusione, le cui sinergie sono state stimate a 700 milioni di euro annuali.
Si è dibattuto a lungo riguardo alle conseguenze di questa possibile fusione. La principale domanda è: una fusione tra Wind e Tre Italia porterà benefici per le due aziende e soprattutto ne porterà per il consumatore? A prima vista, Wind e Tre Italia sembrano una coppia ben assortita, che non solo darebbe origine a sinergie di costo come economie di scala e maggiore efficienza, ma potrebbe anche fare leva su diverse complementarietà, nonostante il focus di entrambi gli operatori sui servizi low cost.