Il titolo del romanzo di Gabriele D’Annunzio, “Forse che sì forse che no”, ben si collega ad uno degli argomenti di cui si sente maggiormente parlare da un po’ di tempo a questa parte: Brexit.
Sarà che sono cresciuta con i film di James Bond, spia al servizio di Sua Maestà, ma a me questo sembra il nome di un’operazione di spionaggio, di un dossier top secret, di un veleno letale.
E invece…
Il 23 giugno i cittadini britannici saranno chiamati ad esprimere la propria preferenza in merito alla possibilità, per il Regno Unito, di uscire dall’Unione Europea. C’è chi, come il Primo Ministro David Cameron, spinge affinché al referendum prevalgano i “no” e chi, all’opposto, vorrebbe quel “sì” che consentirebbe alla nazione di liberarsi del peso dell’UE. La situazione è tutt’altro che semplice. A sostenere Cameron e la sua campagna anti-Brexit, gran parte del governo britannico e i Top Manager di grandi società; insieme a Boris Johnson, sindaco di Londra (e forse prossimo candidato Premier?!), alcuni ministri – tra cui il Ministro per l’Irlanda del Nord, il Ministro della Giustizia e il Ministro del Lavoro – e il capo del partito Uk Indipendence Party, Nigel Farage, hanno già le forbici in mano, pronti a tagliare il cordone ombelicale che lega il Regno Unito al blocco europeo.