Molti credevano che la Cina avesse scoperto il segreto di una crescita economica inarrestabile, ma il 24 agosto la borsa di Shanghai ha chiuso con un calo dell’8,5%, trascinando i principali mercati azionari mondiali. Per tutti il fatto è ormai noto come il “lunedì nero”.
Ci troviamo a pieno titolo in quello che si può definire il “decennio cinese”. Dal 2010 al 2014 la Cina è passata a detenere dal 23 al 38% della crescita globale. Il sorpasso degli Stati Uniti è solo una questione di tempo. Benchè infatti viva un calo della crescita, diminuita al 7%, la Cina può ancora beneficiare del crollo del costo delle materie prime, di liquidità in dollari esteri (un paracadute di 4 miliardi), nonché di una forte leadership politica che mette all’angolo gli oppositori del partito comunista. La Cina gode oggi di un ruolo geopolitico favorevole con Usa e Russia, ma anche con la vicina ed emergente India. Ma se non si può ignorare lo scatto in avanti del dragone, rimane tuttavia più difficile cogliere l’entità dei problemi che questo stesso comporterà a lungo termine.