Il Brasile, con l’inizio del mondiali di calcio, è al centro dell’attenzione dell’intero pianeta. Ma oltre al pallone a far parlare sono le tensioni sociali e le proteste legate allo svolgimento della Coppa del Mondo.
La Commissione europea si è sempre mostrata attenta alla situazione brasiliana e, sin dal 2007, ha sottoscritto una partnership strategica. L’ultimo summit si è tenuto lo scorso 24 febbraio e si è focalizzato su temi chiave quali lo sviluppo sostenibile e i diritti umanitari. Il Brasile è riuscito in un decennio a far uscire dalla povertà ben 40 milioni di persone, e ciò nonostante alcuni settori non hanno ancora conquistato i diritti umani che per noi sono scontati.
Ecco perché l’UE ha lanciato importanti progetti nelle 12 città dei mondiali a sostegno dei diritti dei minori nelle favelas di Rio, dell’emancipazione delle comunità indigene di Cuiaba e dei lavoratori di São Paulo più indigenti.
Sempre di questi giorni il lancio della campagna “Nao Desvie o Olhar – Don’t look away” per sensibilizzare i cittadini brasiliani. Diversi i calciatori a sostegno della campagna, in primis i brasiliani Kakà e Juninho Pernambucano.
Saranno organizzati numerosi dibattiti e seminari nelle città in cui si disputano i mondiali e si diffonderà il servizio Call 100, numero verde che permette di segnalare i casi di sfruttamento sessuale.