Grexit- UE, i Sintomi di un’Europa Malata che non Funziona: Ecco Perchè

I recenti sviluppi della situazione Grexit e i continui discorsi di matrice economico-politica che da mesi tengono in stallo l’intera Eurozona hanno un minimo comune denominatore, che potrebbe trasformarli nel solito tormentone (non solo estivo): quello di un’Europa troppo burocratica e impantanata nelle sue stesse acque per far fronte alle necessità di tutti gli stati membri. Una situazione che ha creato fin troppa confusione e, attorno alla quale, è bene fare un po’ di chiarezza.

Anzitutto, si specifica che l’oggetto del dibattito è l’Unione Europea, nata in senso prettamente politico nel 1993. Formata inizialmente dall’unione di un piccolo nucleo composto da 6 paesi, oggi l’UE ne conta ben 28. Un assembramento d’identità nazionali che ha saputo, nel tempo, trovare continuità e cooperazione anche in ambito economico e monetario, per far fronte a una sempre maggiore integrazione, commerciale e non solo. L’adozione dell’euro come moneta unica, infine, è solo l’ultima delle tre fasi previste per la realizzazione dell’UEM (Unione Economica e Monetaria), che trova il suo completamento nella tanto chiacchierata Eurozona, che oggi comprende 19 paesi sui 28 facenti parte dell’UE. Numeri che portano a una prima riflessione: quando si critica l’Europa, in realtà, non si critica l’intera Unione Europea. Com’è facile intuire, il vero bersaglio è proprio l’Eurozona, con i suoi tecnicismi e quei famosi requisiti da rispettare per essere promossi. Vediamone alcuni.

Le note percentuali del 3 e 60 per cento entro cui contenere rispettivamente il disavanzo ed il debito pubblico rispetto al Prodotto Interno Lordo (il noto PIL) sono state cantate in più di una lingua. Rispettate? Un po’ meno. Secondo il Sole24Ore, nel 2014 il rapporto Debito/PIL tedesco ha raggiunto quota 75%, seguito da quelli francese (92%) e italiano (132%). E’ bene inoltre ricordare che l’Italia entrò a far parte dell’Eurozona con un rapporto debito/PIL perfino superiore allo standard richiesto. Perciò, più che di eccessiva burocrazia, sarebbe opportuno parlare di una burocrazia farcita di troppe concessioni, usata spesso e volentieri per strigliare paesi con percentuali al di sopra della soglia minima, chiudendo un occhio con altri. Predicare bene e razzolare male? Stando ai numeri, verrebbe da dire di sì.